La “Giornata Nazionale dell’Anticontraffazione": con questa espressione la Coldiretti ha definito la mobilitazione che nei giorni scorsi ha condotto numerosissimi allevatori e coltivatori ai valichi di frontiera e nei principali porti, ma anche davanti alle industrie agroalimentari del territorio, per difendere il Made in Italy a tavola dagli inganni e dalle contraffazioni che costano all’agroalimentare nazionale 60 miliardi di euro, persi tra Italia ed estero.
Coldiretti Cremona era in prima linea al valico del Brennero e ai cancelli di alcuni stabilimenti lattiero-caseari, fra i quali la Danone di Casale Cremasco.
“Solo ai valichi di frontiera del Brennero e del Frejus abbiamo scoperto quasi 15mila cosce di maiale provenienti dai Paesi del Nord Europa e destinate a diventare prosciutti italiani. E poi milioni di litri di latte dalla Germania diretti verso stabilimenti per essere confezionati e trasformati come formaggi Made in Italy. E, tra le destinazioni, c’erano varie industrie lombarde. Basti dire che i primi cinque importatori di latte a livello nazionale operano fra le province di Lodi, Bergamo, Milano e Cremona, con 22 milioni di quintali, su un totale regionale di quasi 32 milioni che rappresenta più del 36 per cento a livello nazionale. Un fiume di latte straniero, che certo non vanta la qualità e la sicurezza del nostro prodotto, ma che, varcati i cancelli delle industrie lattiero-casearie, diventa prodotto italiano, con gravissimo danno per gli agricoltori e per i cittadini. Per questo Coldiretti chiede, con forza, l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta per tutti gli alimenti” sottolinea il Direttore di Coldiretti Cremona, Simone Solfanelli, che era insieme agli agricoltori del territorio al valico del Brennero (nella giornata di martedì) e presso il presidio a Casale Cremasco (nel pomeriggio di ieri, quando gli allevatori della Coldiretti hanno documentato l’ingresso nello stabilimento di una cisterna di oltre ventimila litri di latte tedesco, camion individuato al Brennero e seguito da una staffetta fino a destinazione).
“Senza l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta, il risultato è che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, senza che i consumatori possano rendersene conto – hanno evidenziato i numerosissimi agricoltori cremaschi e cremonesi coinvolti nelle operazioni –. La metà delle mozzarelle è fatta con latte o addirittura cagliate straniere. Due prosciutti su tre venduti come italiani sono provenienti da maiali allevati all'estero, mentre oltre un terzo della pasta è ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori. E si potrebbe continuare”.
Per questo – ribadisce Coldiretti – va sostenuta in Parlamento l’approvazione del disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti, che al Senato è già stato ampiamente condiviso sia in commissione Agricoltura che in Aula. Un segnale incoraggiante è appena arrivato dal Parlamento Europeo che, sotto il pressing della Coldiretti, ha votato finalmente a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, ortofrutticoli freschi e appunto prodotti lattiero caseari. E’ questa la strada – ribadisce Coldiretti – per tutelare e valorizzare il vero Made in Italy.