La scure del caldo si è abbattuta sui meloni IGP tipici lombardi, coltivati in particolare nelle zone di Mantova e Cremona. Prima le forti piogge e poi l’afa soffocante stanno provocando, secondo una prima stima dei tecnici della Coldiretti, un crollo del 30 per cento delle produzioni. Le piante indebolite dalle condizioni meteo estreme hanno perso parte dei fiori e dei piccoli frutti. In alcuni casi sono dovuti intervenire gli stessi agricoltori per alleggerire le madri stressate dal caldo che si rischiavano di non riuscire a nutrire tutti i frutti appena nati.
“Prima c’è stato un inverno lungo, con temperature basse, continue piogge, allagamenti e ristagni d’acqua che hanno impedito alla pianta di mettere radici salde – racconta Massino Perini, presidente dell’Associazione produttori di meloni di Casteldidone (Cremona) - Poi dall’inverno si è passati direttamente all’estate, con un clima torrido. E le piante hanno collassato. Anche ad occhio si vede che sono più esili, meno verdi. Per poter ripartire con una nuova fioritura spesso è stato necessario staccare i primi frutti, che non sarebbero maturati nel modo giusto e al tempo stesso avrebbero tenuto la pianta bloccata. Il raccolto programmato per luglio sta slittando ad agosto, con una resa inferiore. In alcuni casi si temono crolli anche del 50 per cento”.
Il melone tipico della Lombardia ha un peso medio fra il chilo e il chilo e mezzo, sapore dolce e profumo intenso; la buccia di colore giallo paglierino può essere retata con strisce verdi o liscia, con la polpa arancione. E’ ricco di vitamina C con un elevato grado zuccherino.
In Lombardia, secondo gli ultimi dati Istat relativi al 2009, ci sono circa 2000 ettari coltivati a melone, con un raccolto di oltre 570 mila quintali di cui 565 mila nelle zone di Mantova, Cremona e Brescia. Il resto viene coltivato nelle province di Bergamo, Pavia, Lodi e Milano. In Italia la produzione di meloni supera i 5 milioni di quintali.
Lo stress da caldo di queste settimane ha colpito anche i pomodori, con cali del 20 per cento e le mucche che, nonostante abbiano in molti casi stalle climatizzate con ventilatori e nebulizzatori, stanno producendo il 15 per cento del latte in meno.
(24/07/2010)
Fabio Bonaccorso comunicazione.lombardia@coldiretti.it 347/0599454