Il Consiglio dei ministri ha approvato l’atteso decreto legislativo sulle fonti energetiche rinnovabili, fra cui quelle che riguardano il settore agricolo, sulle quali la Coldiretti rileva che “si tratta di un’occasione di sviluppo imprenditoriale che deve diffondersi nel rispetto della legalità e degli elementi identitari dei territori”.
“Lo sviluppo di queste energie – fa notare il presidente della Federazione virgiliana, Gianluigi Zani – non può prescindere da una seria programmazione locale, per integrare lo sviluppo energetico nell’ambito di una puntuale valutazione ambientale, territoriale e paesaggistica. Si deve puntare al minor consumo possibile di terreno e ad impianti di dimensioni compatibili con il sistema produttivo locale ed i suoi equilibri socio-economici”.
La diffusione degli impianti a biogas nella nostra provincia (una trentina) e in Lombardia (oltre duecento) “rischia di innescare – mette in guardia Zani - una bolla speculativa sui prezzi di affitto dei terreni. Questi impianti utilizzano reflui zootecnici, ma insieme anche cereali, che vengono coltivati su terreni fertili e sottratti all’alimentazione umana o animale”.
Secondo la Coldiretti, “gli incentivi statali vanno bene, ma devono sostenere impianti medio-piccoli che affianchino l’attività agricola rispettando l’ambiente e la destinazione ad alimenti delle coltivazioni, evitando di creare difficoltà sia al settore agricolo che all’intera società che utilizza gli alimenti prodotti dall’agricoltura”.
“Per questo – conclude Zani – abbiamo chiesto alla Regione di autorizzare solo progetti che dimostrino la sostenibilità ambientale, sia dal punto di vista del consumo di suolo che dell’integrazione con l’attività agricola. Per noi, il biogas buono è quello che completa l’attività agricola utilizzando reflui zootecnici, altrimenti non facilmente smaltibili, e prodotti organici di scarto”.