16 Febbraio 2010
Pavia, a chi giova la polenta OGM? Il 72% degli Italiani è contrario ai cibi geneticamente modificati

Lo scorso 19 gennaio è stata avanzata al Ministero delle Politiche Agricole la richiesta di concludere l’istruttoria sull’autorizzazione alla coltivazione di mais Mon 810, geneticamente modificato. La richiesta ha di fatto riacceso la discussione tra i fautori e i detrattori delle colture Ogm. Ma chi è favorevole alle coltivazioni geneticamente modificate? Difficile dirlo con sicurezza. Certo è che, secondo un’indagine condotta da Coldiretti ed SWG, oltre il 72 per cento dei cittadini italiani ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati, siano meno salutari di quelli tradizionali. Un secondo dato di fatto è la volontà di Coldiretti, che rappresenta con oltre il sessanta per cento la maggioranza assoluta dell’agricoltura italiana, di schierarsi contro la coltivazioni Ogm. Se la stragrande maggioranza dei cittadini e dei produttori non vuole gli Ogm, viene immediatamente da chiedersi chi li desideri così tanto da riproporre ad ogni luna nuova il tormentone Ogm. Tutto ciò, in un momento in cui si registra il divieto alla coltivazione di mais Mon 810 da parte della Germania, dopo alcuni anni di sperimentazione, in seguito a nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull’apparato intestinale, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline con conseguente contaminazione derivante dalle impollinazioni incrociate tra mais transgenico e mais tradizionale. L’importante decisione della Germania, segue il blocco alla coltivazione di mais transgenico da parte di Francia, Austria, Ungheria, Lussemburgo e Grecia ed avviene quasi in concomitanza con il rifiuto della prima melanzana transgenica da parte del Ministero dell’ambiente dell’India.
Le motivazioni che spingono Coldiretti a schierarsi contro le coltivazioni Ogm sono legate al principio di massima garanzia e tutela nei confronti della salute pubblica, ma anche ad un giudizio meramente economico. Ormai tutti si rendono conto della difficoltà di competere con il resto del mondo che spesso gioca ad armi impari e sfrutta situazioni sociali favorevoli ad un commercio e ad una produzione aggressiva sul piano della quantità e del prezzo. Accertato che le quantità non possono essere il cavallo di battaglia dell’agricoltura italiana, che dispone di un piccolo, se raffrontato al livello mondiale, fazzoletto di terra coltivabile, anche il prezzo deve essere scartato. I costi sociali di un paese evoluto come il nostro non ci consentono di affrontare da favoriti una sfida sui prezzi. Eliminati questi due elementi ne rimane solo uno: la qualità. Tuttavia la qualità per essere apprezzata e di conseguenza pagata, deve essere riconosciuta e allora, i fautori dell’Ogm ci debbono spiegare come un prodotto che porta per nome una sigla,che è stato sintetizzato in laboratorio ed è riproducibile ovunque , possa essere differenziato da un altro suo omologo per caratteristiche qualitative. In ogni caso tutto ciò con buona pace dei dubbi etici degli ancora non chiariti rischi sanitari.
La qualità è identificabile esclusivamente attraverso il legame con il territorio, grazie alla tipicità, alla difesa delle varietà tradizionali, alla sicurezza delle coltivazioni consapevoli, alla cultura del chilometro zero, alla garanzia del coltivatore offerta con il proprio viso e le proprie mani; non certo con il risultato di un esperimento di laboratorio. La qualità, dell’agricoltura tradizionale tricolore, proposta a tutti i consumatori grazie ad una filiera tutta agricola e tutta italiana, sarà lo strumento vincente nella sfida dei nuovi mercati.
“Forti delle nostre convinzioni economiche, certi dell’appoggio della maggioranza dei cittadini, consci di avere a cuore la sicurezza alimentare e la difesa della redditività delle nostre imprese – ha dichiarato Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – ci opporremo con tutte le forze alla diffusione delle coltivazioni Ogm. Sosteniamo l’obbligo di indicare nell’etichetta dei cibi importati la presenza di prodotti geneticamente modificati e adotteremo tutte le misure possibili , come ha sottolineato il presidente Marini, fino alla promozione di un referendum previsto dalla legislazione, affinché l’agricoltura tradizionale italiana sia riconosciuta da tutti come quel giardino di delizie che in effetti è”.

GIORNATA NAZIONALE DEL MADE IN ITALY

GIORNATA NAZIONALE DEL MADE IN ITALY - CAMPAGNA DI PROMOZIONE PROMOSSA DA COLDIRETTI, FILIERA ITALIA E CAMPAGNA AMICA

CORSO OPERATORE FATTORIA DIDATTICA – APRILE/MAGGIO (POSTI ESAURITI)

CORSO OPERATORE FATTORIA DIDATTICA - APRILE/MAGGIO 2024 (POSTI ESAURITI)

LA SICUREZZA IN AGRITURISMO: COME ORIENTARSI NEL LABIRINTO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA

CORSO "LA SICUREZZA IN AGRITURISMO: COME ORIENTARSI NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA"

CORSO FORMAZIONE HACCP

FORMAZIONE, CORSO HACCP - MARZO 2024

Corso contabilità aziendale febbraio marzo 2024

3° EDIZIONE CORSO CONTABILITA' AZIENDALE - FEBBRAIO/MARZO 2024

Corso enoturismo febbraio 2024

CORSO ENOTURISMO - FEBBRAIO 2024

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

Le impostazioni dei cookie in questo sito sono impostate su "permetti cookie" per permettere la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui l'utilizzo di questo sito senza cambiare le impostazioni del tuo browser o se clicchi su "Accetto" confermai l'autorizzazione di tali cookie.

Chiudi