23 Marzo 2010
Pavia, l’agricoltura di condivisione: Agricoltori, Amministrazione e cittadini insieme per un fine comune, una pista ciclo pedonale tra Alagna e Tromello

La legge d’orientamento ha sdoganato l’attività agricola dalla mera coltivazione finalizzata alla produzione, ad una più ampia visione dell’impresa nel contesto dell’intera società.

Il territorio è un bene primario della collettività e l’agricoltore lo presidia per svolgere la propria attività. Ne è il primo difensore in quanto deve salvaguardarne la salute per garantirsi la redditività. Sulla base di questa fondamentale rappresentazione si inseriscono tutte le azioni che l’imprenditore agricolo intraprende al fine sì di produrre, ma produrre mantenendo in perfetta efficienza il motore della sua macchina: l’ambiente.

Abbiamo detto che territorio e ambiente sono bene primario dell’intera società e i cittadini sempre più, hanno la percezione di tale concetto acquisendo di pari passo la consapevolezza del diritto di fruirne.

La normativa emergente, in larga parte ispirata dall’azione di Coldiretti, insiste sempre più nella concezione allargata di agricoltura quale fruitore, gestore e garante dell’ambiente. La rigenerazione dell’agricoltura, nel corso dell’ultimo decennio, ha plasmato sempre più aziende agricole consce di tali principi che si traducono in comportamenti virtuosi nei confronti dell’ambiente. La capacità di offrire alla società una serie di servizi di cui è cardine la fruibilità del territorio diventa nucleo dell’intera attività agricola.

Può tuttavia accadere che le esigenze del pubblico e dell’impresa non siano perfettamente collimanti, specialmente quando il mezzo di correlazione tra le due categorie, che rappresentano l’inizio e la coda della filiera alimentare, è rappresentato dall’istituzione. Sovente le regole, non sono adatte allo specifico territorio, sono indicazioni di carattere generale che mal si addicono alle peculiarità specifiche di aree molto diverse anche se non lontane le une dalle altre.

In questi casi, il lavoro, la concertazione, la condivisione e l’elasticità, consentono di individuare le soluzioni necessarie alle singole esigenze.

Molti sono gli esempi che hanno ottenuto lusinghieri successi grazie alla capacità degli attori di interagire in condivisione d’intenti. Otto anni or sono, quasi agli albori della nuova agricoltura, ad un solo anno dall’approvazione della legge d’orientamento, in provincia di Pavia è nato un progetto che ha fatto della compartecipazione e della condivisione gli strumenti per superare gli ostacoli normativi.

Tra i comuni di Garlasco, Alagna e Tromello, lungo le sponde del Terdoppio, su un percorso di circa cinque chilometri che si raddoppiano occupando entrambe le rive del fiume, la volontà congiunta dell’Amministrazione provinciale e di una dozzina di aziende agricole ha consentito la nascita di una pista ciclo pedonale, alberata e dotata di aree attrezzate, completamente fruibile da giovani, anziani e famiglie.

Le aziende hanno ottenuto, grazie ad una convenzione, un reddito equiparato o superiore a quanto avrebbe consentito l’attività produttiva, i lavori in gran parte sono stati svolti dalle medesime imprese che hanno concesso l’utilizzo dei terreni, l’area è stata riqualificata sanando le rive e migliorando l’habitat della fauna tipica con attenzione per tutte le specie animali e vegetali. I cittadini hanno riscoperto un’area di cui altrimenti non avrebbe potuto usufruire e le aziende agricole hanno individuato una strada di reddito alternativa. Un esempio virtuoso di come sia possibile operare salvaguardando le esigenze dell’agricoltura e del territorio nell’interesse di tutti.

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