10 Gennaio 2020
Riforma Pac, no al taglio di 32 milioni all’agricoltura lombarda

L’agricoltura lombarda rischia un taglio delle risorse di circa 32 milioni di euro, tra pagamenti diretti e sviluppo rurale (PSR). È quanto stima la Coldiretti Lombardia in riferimento alla riduzione del budget per la Politica agricola comune (Pac) dal 2020 al 2021, prevista dalla proposta di regolamento transitorio adottato dalla Commissione europea.

Coldiretti in prima linea nel negoziato sulla riforma
“È uno scenario inaccettabile – commenta Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia e Coldiretti Cremona –. Bisogna garantire le risorse, affinché l’agricoltura possa continuare a essere un motore di sviluppo sempre più sostenibile per il Paese e per l’Europa. Oltretutto, indebolire il comparto agricolo, che è l’unico settore economico realmente integrato dell’Unione, significa minare le fondamenta della stessa UE in un momento particolarmente critico per il suo futuro”.
Nelle prossime tappe del difficile negoziato tra i Capi di Stato e di Governo serve quindi maggiore rigore per salvaguardare le risorse finanziare, ma anche per realizzare una riforma della Politica Agricola Comune (PAC) che “riequilibri” la spesa, facendo in modo di recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per tutelare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare.

I tempi della riforma
Con l'adozione dei regolamenti transitori, la Commissione europea riconosce che, per il prolungarsi dello stallo sui negoziati paralleli sulla riforma e sul bilancio Ue 2021-2027, non ci sono i tempi per avviare la nuova Pac nel 2021, come era nei programmi. Si prevede quindi una serie di aggiustamenti necessari a estendere l'attuale quadro legislativo e posticipare l'applicazione delle nuove regole di un anno, affinché la nuova PAC possa entrare in vigore il 1° gennaio 2022.

I due anni “transitori”
E’ stato deciso che l’attuale sistema dei pagamenti diretti sarà mantenuto anche per gli anni 2020 e 2021, i titoli all’aiuto presenti nel portafoglio delle aziende agricole sono prorogati, da un punto di vista giuridico, fino al 31 Dicembre 2021, mentre il loro valore economico anche in questi anni subirà delle decurtazioni.
Per quanto riguarda il valore dei titoli prorogati, il regolamento transitorio concede la possibilità agli Stati membri di continuare la convergenza dei titoli anche nel 2020 e nel 2021. Ora gli Stati membri possono utilizzare il metodo della convergenza interna per far convergere il valore dei titoli verso una media nazionale oppure mantenere il valore dei diritti al loro valore del 2019.

Gli importi
L’importo del massimale dei pagamenti diretti per l’anno 2021 per l’Italia è di 3.560 milioni di euro e di 1270 milioni per i PSR, con un taglio rispetto all’attuale programmazione di 140 milioni sui pagamenti diretti e di 230 milioni sul PSR. Tutti i pagamenti diretti sono ridotti del 3.9% nel 2020 e nel 2021.
Nel 2020 per poter alimentare il plafond della riserva nazionale Agea ricorrerà ad un taglio di tutti i titoli, questa riduzione dovrebbe attestarsi attorno all’1%. Contemporaneamente avverrà una riduzione di un ulteriore 1% per finanziare l’aumento plafond per i giovani agricoltori. I pagamenti subiranno poi un taglio del 3.9% per effetto della riduzione del budget della Pac come scritto in precedenza.

Le proposte per la nuova Pac
Il pagamento della Pac negli anni 2022/2027 potrà avvenire con due modalità: un pagamento annuale uniforme per ettaro, dove non si avrà più la presenza dei titoli, oppure un pagamento sempre sulla base di titoli dove in questo caso i titoli attuali verranno ricalcolati nel 2022.
E chiaro, comunque, il punto di partenza del negoziato è rappresentato dal Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp), ovvero dal budget messo a disposizione del settore. “Sul tema delle risorse da destinare alla Pac e sul loro riparto – commenta Paolo Voltini – è necessario che il nostro Paese faccia quadrato. Regioni, Governo, Parlamentari Europei dovrebbero condividere una nuova e diversa impostazione. La distribuzione delle risorse fatta esclusivamente sulla base delle superfici agricole ha determinato pesanti distorsioni a danno dell’agricoltura italiana. Tra i criteri da utilizzare ci devono essere elementi quali il lavoro ed il valore aggiunto per ettaro, altrimenti gli interventi comunitari perderebbero ogni significato ed obiettivo, diventeranno contributi di pura rendita, in particolare negli Stati membri con costi di produzione del terreno molto bassi”.

Lo Sviluppo Rurale 2022-2027
Le proposte legislative sulla nuova Pac introducono novità anche per lo Sviluppo rurale che riduce il numero degli obiettivi e delle misure di intervento.
I tre obiettivi generali per il prossimo periodo di programmazione sono:
1. promuovere un’agricoltura intelligente, resiliente e diversificata;
2. rafforzare la tutela dell’ambiente e clima;
3. rinvigorire il tessuto socioeconomico delle zone rurali. Questi obiettivi si integrano con il tema trasversale della modernizzazione del settore attraverso la conoscenza, innovazione e digitalizzazione in agricoltura e nelle zone rurali.

Snellimento delle misure
Un’altra novità per la futura Politica di sviluppo rurale è data da un significativo snellimento del numero di misure, riassunte in otto gruppi di interventi, che sono legati a:
1. Impegni ambientali, climatici e altri impegni di gestione;
2. Mantenimento di vincoli naturali o altri vincoli regionali specifici;
3. Compensazioni per svantaggi regionali specifici;
4. Investimenti per la competitività e l’innovazione
5. Ricambio generazionale
6. Strumenti di gestione dei rischi in agricoltura
7. Interventi sulla Cooperazione
8. Diffusione di conoscenze e informazioni.

Obiettivo semplificazione?
Le proposte della Commissione dichiarano inoltre di voler snellire l’impalcatura normativa della Pac, spostando l’attenzione sui risultati e sull’efficacia.
“A dire il vero, questo obiettivo è stato dichiarato in tutte le ultime riforme della Politica Agricola Comunitaria – commenta Voltini – ma concretamente si è andati nella direzione opposta. La Pac è diventata sempre più complessa e costosa da gestire. Le regole sono diventate via via più complesse ed articolate (non sempre per ragioni sensate) ed anche le istruttorie ed i controlli da parte delle istituzioni preposte richiedono impegno, procedure e tempistiche eccessivi. Perlomeno non compatibili con le necessità delle imprese e dell’economia”.

Voltini: "Serve un radicale cambio di passo"
“C’è grande disponibilità da parte della Regione – conclude il presidente di Coldiretti Lombardia e Coldiretti Cremona – ma su questo tema bisogna che a tutti i livelli, partendo da Bruxelles, ci sia il coraggio di un radicale cambio di passo”.

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