18 Giugno 2020
Stati Generali: Coldiretti: dall’agricoltura 200mila posti di lavoro

Il valore (riscoperto) del lavoro in agricoltura. La difesa del vero made in Italy a partire dall’etichetta d’origine. La necessità di combattere efficacemente burocrazia e ritardi strutturali che imbrigliano le imprese agricole italiane. La richiesta di un nuovo protagonismo per l’Italia in Europa. Questi alcuni dei temi posti in occasione degli Stati Generali dalla Coldiretti, la prima organizzazione degli imprenditori agricoli del Paese.

Donda, Coldiretti Cremona: l’agricoltura nazionale può offrire 200mila posti di lavoro

“Come evidenziato dal Presidente Ettore Prandini, in occasione della convocazione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali, l’esperienza dell’emergenza coronavirus ha dimostrato che con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in difficoltà almeno 200mila posti di lavoro, che oggi sono affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese” sottolinea Mauro Donda, Direttore di Coldiretti Cremona. “Dopo essere stato snobbato per decenni, si registra infatti un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne, anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Un segnale positivo importante per il comparto. Ma è un’opportunità che deve essere accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro”.

“La cancellazione per quest’anno dei versamenti contributivi dell’imprenditore agricolo e dei propri dipendenti nei settori maggiormente colpiti rappresenta una boccata di ossigeno indispensabile per sostenere competitività ed occupazione nelle campagne – prosegue Donda –. Ma serve anche una radicale semplificazione del voucher “agricolo”,  che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.

Prandini: "Portare il valore aggiunto della trasparenza, con l'obbligo di indicare l'origine in etichetta"

In occasione degli Stati Generali, il Presidente Prandini ha evidenziato la necessità, in questo momento particolarmente difficile per l’economia, di “portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy”. In tale ottica – ha precisato Prandini - è positiva la storica apertura dell’Unione Europea nella nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro a livello europeo ma l’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa completando le lacune ancora presenti nella legislazione nazionale con l’estensione dell’obbligo ai salumi”.

Per Coldiretti sull’export va promosso un piano straordinario di internazionalizzazione, con la creazione di nuovi canali e una massiccia campagna di comunicazione per le produzioni 100% Made in Italy e per la stessa Italia, a partire da quei paesi dai quali i flussi turistici sono storicamente più consistenti.

"Recuperare i ritardi strutturali, sbloccare le infrastrutture, investire in tecnologie"

Serve poi recuperare i ritardi strutturali e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese. Ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni, cargo. Una mancanza che ogni anno – ha denunciato Prandini – rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. E una “bolletta logistica” più pesante per la movimentazione delle merci.

Ma insostenibili ritardi riguardano anche le infrastrutture telematiche – rimarca la Coldiretti -. Occorre che la fibra e tutti i servizi connessi cessino di essere uno slogan e siano portati nelle aree rurali nell’arco di qualche mese. Così da essere messi a disposizione degli imprenditori agricoli per poter usufruire di tutta la tecnologia dell’agricoltura 4.0 che andremo ad offrire loro.

Investire in tecnologie è fondamentale per il rilancio del Paese in un’ottica di economia circolare. Vale dal settore della chimica verde alla valorizzazione di allevamenti e foreste per la produzione di biometano e biogas. Ma anche per affrontare un'altra emergenza per le campagne italiane, il cambiamento climatico che ogni anno presenta un conto di miliardi.

Per lo sviluppo sostenibile dell’Italia come Coldiretti – ha ricordato Prandini -  abbiamo ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti la messa in cantiere di una rete di circa mille laghetti nelle zone di media montagna da realizzare senza cemento e da utilizzare per la raccolta dell'acqua da distribuire in modo razionale in primis ai cittadini, quindi all'industria e all'agricoltura. Un progetto che può e deve essere sostenuto a livello nazionale e regionale. Al pari del piano per lo sviluppo della zootecnia al Sud con una linea vitelli-vacche da latte e carne 100% Made in Italy che porterebbe nuove opportunità occupazionali.

Coldiretti: acquistare un miliardo di cibo made in Italy per i poveri

Acquistare un miliardo di euro di cibo 100% Made in Italy da destinare alle famiglie povere e mense pubbliche. Questo per far fronte a una vera e propria emergenza sociale senza precedenti. Dando, allo stesso tempo, ossigeno al sistema agroalimentare tricolore colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione. E’ la proposta lanciata dal Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della convocazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali.

La pandemia negli ultimi mesi ha fatto salire di oltre un milione i nuovi poveri che nel 2020 hanno bisogno di aiuto anche per mangiare. Questo l'effetto della crisi economica e sociale provocata dall’emergenza e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. Da qui la proposta di aumentare ad un miliardo di euro la dotazione dei fondi per l’acquisto del cibo destinato agli indigenti, scegliendo solo prodotti agroalimentari 100% Made in Italy. A cominciare dalle eccellenze come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma o Prosciutto di San Daniele. Ma anche olio extravergine ottenuto da olive italiane, vino Made in Italy e frutta e verdura.

"Un grande piano di acquisti di prodotti italiani per scuole, ospedali e caserme"

Un obiettivo da estendere anche alla ristorazione pubblica con – ha aggiunto Prandini – un grande piano di acquisti di prodotti Made in Italy per le mense di scuole, ospedali e caserme. Ma anche un credito di imposta a favore della ristorazione privata che garantisce la provenienza nazionale dei cibi serviti. Con un impatto positivo non solo sulla salute e sulla sicurezza alimentare ma anche sull’intero Sistema Paese.

#MangiaItaliano nei mercati, nei ristoranti, negli agriturismi, per favorire l'economia tricolore

Proprio per favorire l’economia tricolore la Coldiretti ha lanciato la prima mobilitazione #MangiaItaliano nei mercati, nei ristoranti, negli agriturismi. Sono stati coinvolti tanti volti noti della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura. Ma anche esponenti di industrie alimentari e distribuzione commerciale, che si sono impegnati a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole. All’alleanza salva spesa promossa assieme a Filiera Italia hanno aderito grandi gruppi come Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga. Ci sono anche Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè.

Coldiretti: nei campi italiani un crack da 12,3 miliardi provocato dall'emergenza Covid-19

L’emergenza Covid-19 ha provocato perdite stimate in 12,3 miliardi di euro al settore agricolo nazionale nel 2020. E' l'effetto del taglio alle esportazioni, delle difficoltà e chiusure di bar e ristoranti, del crollo dei flussi turistici. Ma anche della pesante contrazione delle quotazioni alla produzione per taluni prodotti, in controtendenza rispetto all’aumento dei prezzi al dettaglio per effetto di distorsioni e speculazioni che vanno fermate. E’ quanto ha affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della convocazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali.

Da quando è iniziata la pandemia in Italia il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività, L'impatto che varia da settore a settore. Dall’allevamento al vino, dall’ortofrutta all’olio, dai fiori alle piante, senza dimenticare la pesca e l’agriturismo che ha azzerato le presenze.

Donda: "Dall'allarme globale, più consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo"

“L’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere più consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza". A sottolinearlo è il Direttore di Coldiretti Cremona Mauro Donda. "Stanno però emergendo anche tutte le fragilità - rimarca Donda - sulle quali è necessario intervenire con un piano nazionale di interventi. E' necessario difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali".

"In gioco c’è una filiera allargata che in Italia dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati con l’Italia che nonostante una storica sottovalutazione può ancora contare su un’agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal vino a molti prodotti ortofrutticoli ma anche per la leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi”.

L'agricoltura italiana è la meno sostenuta, serve un nuovo protagonismo dell’Italia in Europa

“Nonostante questo, come denunciato dal Presidente Prandini, l’agricoltura italiana è la meno sostenuta tra quelle dei principali Paesi europei" conclude Donda.  In vetta alla classifica c'è la Francia (al primo posto), seguita da Germania e Spagna. E la situazione potrebbe peggiorare. Va considerata, in effetti, l’inaccettabile intenzione dell’Unione Europea di tagliare di circa 34 miliardi il budget agricolo attuale destinato alla Politica Agricola comunitaria (PAC).

"Serve un nuovo protagonismo dell’Italia in Europa anche per quanto riguarda la gestione delle risorse economiche destinate all’agricoltura" sottolinea la Coldiretti. Ribadendo che "l'agricoltura è un'eccellenza del Paese determinante per la competitività".

 

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