Questa settimana l’acqua è stata messa in corso nei principali canali irrigui del pavese ed entro la prossima, tutti saranno a pieno regime; in Lomellina, già da una decina di giorni, il sistema irriguo fornisce acqua alle risaie e il Villoresi funziona già all’ottanta per cento circa della propria capacità. Mentre le frange laterali di “Lucy”, innevando i pendii e inzuppando i terreni, tranquillizzano in parte i risicoltori a proposito di una paventata annata siccitosa, i piani colturali sono ormai completati ed è possibile provare a stilare un primo bilancio previsionale.
I dati raccolti dalle Unità Operative Locali di Coldiretti sono di grave preoccupazione per la diminuzione delle superfici a causa della concorrenza dei cereali e soprattutto della scarsa remunerazione del prodotto da parte dell’industria. In particolare, nel pavese, dai dati raccolti da Coldiretti su un campione che supera il 60% del totale riferito al nostro interno, risulta un calo calcolabile in misura di oltre il sette per cento che, elaborato a livello nazionale, conferma una riduzione di circa 16/17.000 ettari, con superfici che andrebbero a stabilizzarsi verso le superfici storiche della risicoltura italiana.
“Nel complesso – dichiara Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – l’atteggiamento dei risicoltori rispecchia la situazione di mercato, da una parte i nostri associati hanno privilegiato la coltivazione di cereali alternativi che, pur non garantendo altissime rimuneratività, comportano costi di produzione di gran lunga più bassi e consentono una opportuna rotazione agronomica. Dall’altra la ricerca di varietà nuove dimostra la scarsa propensione dell’industria risiera di premiare la qualità e la tipicità dei nostri risi più blasonati che, per altro, viene costantemente innalzata quale bandiera da sventolare in nome di un territorio e una qualità troppo spesso solo enunciata e non efficacemente promossa. Basandosi su queste motivazioni, Coldiretti ha dato vita ad una società di scopo che, perseguendo accordi di filiera con l’industria e la grande distribuzione, si pone come obiettivo quello di una adeguata programmazione che consenta di evitare le bolle speculative e la volatilità dei prezzi che rendono incerto l’esito della risicoltura italiana”.
“La scelta del disaccoppiamento totale dei premi Pac - conclude il direttore di Coldiretti di Pavia, Giovanni Roncalli – obbliga la filiera ad uno sforzo maggiore per sapersi rapportare al mercato, evitando lo smantellamento di un comparto importante per l’economia del nostro territorio, come è già avvenuto per altri settori produttivi della nostra agricoltura. La costituzione della nostra Società di Scopo, va esattamente in questa direzione”.