20 Luglio 2020
Fase 3, piace la vacanza nei piccoli borghi lariani: ma stranieri ancora grandi assenti

COMO-LECCO – Frena il turismo straniero, ma l’estate nei borghi lariani, dalle riviere alle valli, conquista il turismo made in Italy. Lo rileva Coldiretti Como Lecco nel commentare un altro fine settimana con il segno positivo, con le spiagge del lago di Como nella top ten delle preferenze dei visitatori. C’è ancora una buona quota di turismo “mordi e fuggi”, ma la tendenza per due italiani su tre (66%) è quella di fare pausa nei borghi durante l’estate 2020 alla scoperta di prodotti e tradizioni meno conosciuti ma anche per sfuggire al rischio del sovraffollamento nelle località turistiche più battute, di fronte all’emergenza coronavirus.

I dati sono confermati da un’analisi della Coldiretti sulla base dell’indagine Notosondaggi che evidenzia un nuovo protagonismo dei centri minori spinto dagli effetti della pandemia che ha portato alla riscoperta del turismo di prossimità.

“Un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali” afferma il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. “Nelle due province, essi sono scrigno di risorse preziose, come ad esempio la Semuda (che si produce nell’Alto Lario occidentale, dove antichi borghi si arrampicano a ridosso della catena alpina di Italia e Svizzera) o gli stracchini dei paesi valsassinesi, meta di un turismo consolidato. Anche il più piccolo Comune italiano, Morterone, che si trova  in provincia di Lecco (una trentina di abitanti), ha una propria specialità casearia, il Fiorone”.

Quello lariano è paesaggio fortemente segnato – spiega la Coldiretti interprovinciale – oltrechè dalle bellezze di Como, Ceresio e dei laghi minori, dalle produzioni agricole, dai pascoli e dai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico. Si tratta di un valore aggiunto non solo ambientale ma anche di armonia e bellezza che rappresenta anche un elemento di attrazione turistica che sempre più identifica il territorio all’estero, di cui l’agroalimentare Made in Italy è senza dubbio il fiore all’occhiello: anche il più recente video promozionale della Camera di Commercio, infatti, ha valorizzato l’agricoltura lariana (con alpeggi, agriturismi, piatti tipici e florovivaismo) come elemento d’attrazione per il territorio.

Un patrimonio immateriale condiviso con il resto del Bel Paese: il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto – rileva Coldiretti - una rete nazionale composta da 24mila agriturismi (oltre 230 nelle province di Como e Lecco): queste strutture, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile, nell’estate del Covid, garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Proprio per questo il 56% dei cittadini – continua la Coldiretti interprovinciale - ritiene che l’agriturismo rappresenti una risorsa importante per il rilancio della vacanza Made in Italy duramente colpita dal calo di presenze determinato dall’emergenza cororavirus.

“La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale dopo la crisi causata dall’emergenza sanitaria” conclude il presidente Trezzi.

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