In Lombardia le fattorie didattiche e le fattorie sociali si tingono di rosa: oltre la metà di queste realtà, infatti, ha alla guida una donna. Lo rende noto la Coldiretti Lombardia in occasione della festa dell’8 marzo, sulla base di un’analisi su dati regionali.
In particolare – precisa la Coldiretti Lombardia – sul totale delle fattorie didattiche e/o sociali attive in regione, il 53% ha una donna come titolare. Numeri che confermano la propensione delle imprenditrici agricole verso la multifunzionalità e verso il rapporto con il consumatore, sia in termini di accoglienza sia in termini di educazione e formazione per quanto riguarda le nuove generazioni. Soprattutto – puntualizza la Coldiretti Lombardia – se si considerano anche quelle donne che, pur non essendo formalmente titolari d’impresa, danno comunque un contributo determinante nella gestione di queste e altre attività aziendali.
“Non è un caso – afferma Francesca Biffi, responsabile Donne Coldiretti Lombardia – che noi donne siamo il motore anche dei progetti di educazione alimentare che come Coldiretti portiamo avanti nelle scuole del territorio, attraverso cui ogni anno incontriamo migliaia di bambini e ragazzi”. Grazie a diverse iniziative e proposte in classe o in fattoria – precisa la Coldiretti Lombardia – le imprenditrici agricole trasmettono agli alunni l’importanza di una dieta sana, completa ed equilibrata, che tenga conto della stagionalità, della distintività e biodiversità dei nostri prodotti, oltre a permettere loro di toccare con mano la realtà del lavoro agricolo, che non solo produce cibo di qualità ma tutela e presidia il territorio.
Le fattorie didattiche in Lombardia – precisa la Coldiretti regionale - sono aziende agricole agrituristiche autorizzate a fare formazione sul campo per le nuove generazioni, puntando sull’educazione ambientale attraverso la conoscenza della campagna con i suoi ritmi, l’alternanza delle stagioni e la possibilità di produrre in modo sostenibile. Nelle fattorie didattiche si impara “facendo”, attraverso attività pratiche ed esperienze dirette come seminare, raccogliere, trasformare, manipolare e creare. I più piccoli vanno alla scoperta del mondo delle api, dell’orto sensoriale, ma imparano anche a cucinare, danno da mangiare ai pulcini e agli animali da cortile, senza dimenticare i laboratori del gusto.
Nelle fattorie sociali – conclude la Coldiretti regionale – l’attività agricola diventa la chiave di volta per promuovere attività aggregative o accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione e di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale.