31 Agosto 2019
Allevamenti, sostenibilità e reddito: il convegno a Orzinuovi

Allevamenti, tra sostenibilità e reddito: i rovesci di una medaglia che vede gli imprenditori agricoli sempre più impegnati nel trovare il giusto equilibrio tra due fattori interconnessi e vitali per il futuro del settore. Una filiera produttiva particolarmente sviluppata a Brescia, che come prima provincia zootecnica d’Italia, produce quasi il 12% del latte nazionale e alleva oltre 1 milione e 300 mila suini.

Questa la sfida approfondita da Coldiretti Brescia in occasione della 71^ Fiera di Orzinuovi, nel convegno di venerdì 30 agosto presso il teatro Aldo Moro, alla presenza di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia, Gianpietro Maffoni, sindaco di Orzinuovi, Federica Epis, consigliere regionale, Oscar Lancini, europarlamentare, Stefano Berni, direttore Consorzio Grana Padano; Andrea Bartolozzi, direttore generale Centrale del Latte di Brescia; Loris Alborali, direttore responsabile laboratorio diagnostica presso IZSLER  Lombardia ed Emilia-Romagna e Maurizio Gallo, direttore ANAS, coordinati dal giornalista Pierluigi Ferrari.

Sostenibilità e reddito, binomio interconnesso

“Quando parliamo di sostenibilità, è importante conoscerne i risvolti per il mondo agroalimentare – spiega il presidente Ettore Prandini – le nostre imprese sono già sostenibili, ma negli ultimi venti anni è stato demonizzato tutto ciò che avveniva in agricoltura. E’ fondamentale far comprendere alle istituzioni il peso dell’agricoltura in Italia - oltre il 13,5% del Pil nazionale – che deve ricoprire un ruolo primario nel panorama europeo, anche attraverso la proposta di un commissario italiano”.

Tema della serata, affrontato anche dall’europarlamentare bresciano Oscar Lancini, è stato quello della concorrenza sleale dall’estero: “la sostenibilità a volte può generare concorrenza sleale, dobbiamo essere fieri del fatto che sul nostro territorio ciò che mangiamo è controllato e garantito lungo tutta la filiera, dall’allevamento al supermercato, per tutelare salute pubblica e anche benessere animale”. Questo non avviene in tutti gli stati Ue, per non parlare di altre nazioni extra europee - continua Lancini - e ci troviamo a importare cibi a dir poco pericolosi, che purtroppo minano la sostenibilità e il reddito delle aziende italiane. Unica via è puntare sulla qualità e sulla trasparenza delle nostre eccellenze, per sconfiggere l’idea di alimentazione industrializzata e lontana dal territorio.

Anche per Stefano Berni, direttore del Consorzio Grana Padano, la sostenibilità non è solo sinonimo di impatto ambientale e di benessere animale, anzi, non è perseguibile senza un adeguato reddito per le imprese. Questo passa anche attraverso la lotta alle fake news su tanti prodotti agroalimentari, sostenute purtroppo da media e pubblicità. Dobbiamo reagire trovando opportunità virtuose per tutto il sistema non solo il lattiero-caseario.

Il pubblico del convegno dedicato a sostenibilità e reddito negli allevamenti bresciani

Agroalimentare, occhi puntati sul consumatore

Sempre in tema di reddito, prodotti agricoli e trend di mercato, il direttore generale della Centrale del Latte di Brescia Andrea Bartolozzi esprime preoccupazione per l’atteggiamento dei consumatori nei confronti del latte: Negli ultimi sei anni si è passati da 1 miliardo 700 milioni di litri venduti in Gdo a 1 miliardo e 400 milioni di euro; dati che fanno riflettere, è come se sparisse dal panorama nazionale una Centrale del Latte di Brescia all’anno”.

In direzione del consumatore va anche la riflessione di Loris Alborali, direttore responsabile laboratorio diagnostica presso IZSLER: alla base della produttività c’è sempre il reddito, ma oggi, in più, noi operatori del settore dobbiamo iniziare a “vendere” il prodotto al cittadino non solo in termini economici. “Difendere i nostri allevamenti dagli attacchi, dimostrare le capacità professionali - aggiunge Alborali - i consumatori devono poter entrare negli allevamenti e toccare con mano le garanzie offerte da un lavoro sempre più evoluto, tutto passa dalla conoscenza e dalla formazione del cittadino.

Intervento sul settore suinicolo per Maurizio Gallo, direttore ANAS: “la Lombardia rappresenta il 50% della produzione italiana del settore suinicolo. E anche questo comparto si trova ad affrontare la netta flessione dei consumi di carne fresca e di prodotti trasformati, un’eccellenza agroalimentare del nostro Paese. Non per questioni economiche, bensì per un cambio delle abitudini alimentari che vanno gestite salvaguardando la qualità dei prodotti anche in ottica di investimenti sostenibili”.

"Insieme alle istituzioni italiane dobbiamo esercitare con forza la possibilità di intraprendere percorsi per salvaguardare ciò che caratterizza la nostra storia produttiva – conclude il presidente Prandini - serve andare in Europa con persone competenti per “lottare” e portare a casa risultati importanti per la redditività delle nostre aziende. Valorizzare la redditività a fronte degli investimenti in sostenibilità e benessere animale”.

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