18 Luglio 2014
BERGAMO – AGRICOLTORI BERGAMASCHI IN PIAZZA PER SALVARE LE AZIENDE DAL CEMENTO

Più di 3.000.000 di mq di fertile campagna persi per sempre. Con questo biglietto da visita  Brebemi, a pochi giorni dall’inaugurazione, si presenta alla provincia di Bergamo, un territorio che purtroppo figura in cima alle classifiche sia a livello regionale sia nazionale per quanto riguarda il consumo di suolo. Un ”primato” che preoccupa i cittadini che su questo territorio vivono, ma che soprattutto assilla gli imprenditori agricoli costretti a fare i conti con un sistema agricolo radicalmente compromesso e tutto da reinventare.

Un’angoscia espressa molto chiaramente questa mattina a Milano, dove gli agricoltori bergamaschi con i “colleghi” delle altre provincie  hanno preso parte alla manifestazione promossa da Coldiretti Lombardia sotto  la sede di Infrastrutture Lombarde.

Oggi siamo scesi in piazzaspiega il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio – per denunciare quanto sta accadendo e per dare voce  alle nostre aziende coinvolte, o meglio “travolte”, da queste infrastruttura, affinché, al di là del danno che hanno subito, abbiano almeno  garanzie sui loro diritti. Abbiamo però voluto anche riaffermare il principio che il terreno agricolo è un bene “irriproducibile” e quindi deve essere gestito con estrema lungimiranza. Brebemi e Tav ormai sono già definite ma resta da affrontare la partita di tutto ciò che attorno a queste arterie verrà costruito in futuro. Purtroppo è concreto il rischio che un’altra fetta importante di agricoltura venga nuovamente sacrificata”.  

Anche se a breve la Brebemi verrà aperta sono ancora molti i nodi cruciali irrisolti e denunciati da tempo da Coldiretti:  l’85% delle aziende è ancora in attesa del saldo degli espropri mentre a circa il 5 % non sono stati corrisposti neppure gli anticipi. Tutte le aziende invece sono ancora in attesa del decreto di esproprio. Questo significa che tutta l’area su cui sono state costruite l’autostrada e le opere connesse fiscalmente risulta ancora di proprietà degli agricoltori, che pur non potendola più coltivare perché già coperta da colate di cemento o asfaltata, devono ancora farsi carico delle tasse che la riguardano, come IMU, IRPEF e Bonifica.

A questa situazione vanno ad aggiungersi gli oltre 2.300.000 mq di territorio espropriati per la Tav e le aree “fantasma” collocate tra le due opere e non più coltivabili perché  irraggiungibili, ma sempre a carico degli agricoltori per quanto riguarda le imposte.

Sono diverse le aziende fortemente danneggiate da Brebemisottolinea Brivioed è inammissibile che a cinque anni dall’avvio dei lavori non abbiano ancora ricevuto l’intera somma prevista per gli indennizzi. Per essere competitive però hanno dovuto reinventarsi e reimpostare la loro produzione, operazioni che hanno richiesto ingenti investimenti. Basti pensare che su tutte le aree divorate dalle infrastrutture e dalle opere connesse si sarebbero potuti produrre ogni anno oltre 35 milioni di kg di tranciato di mais per l’alimentazione del bestiame. Oggi invece le aziende devono accollarsi ulteriori costi per l’acquisto del foraggio mancante”.

Emblematica è anche la difficile situazione degli allevamenti da latte coinvolti dalle infrastrutture e che rappresentano una produzione annua di oltre 100.000 quintali. A partire dal prossimo anno infatti verrà meno il regime delle quote e queste aziende rischiano di perdere la possibilità di allinearsi al nuovo assetto del mercato.

Ma è anche l’equilibrio idrogeologico di tutto il territorio a risentire di quanto sta accadendo. Infatti Brebemi ha fatto uno “spezzatino” della rete idrica utilizzata per portare l’acqua ai campi  e per regimare l’acqua piovana rendendo necessari interventi che hanno interessato oltre 35 chilometri di canalizzazione e manufatti.

Le testimonianze degli agricoltori:

Maestri Renato, 39 anni, laurea in produzioni animali, con i fratelli Paolo e Rosanna gestisce un’azienda agricola a Treviglio (BG) di circa 40 Ha e con un carico di  230 bovini di cui  100 vacche  da latte.
“Negli ultimi anni – spiega Renato - abbiamo lavorato molto per sviluppare l’azienda agricola avviata da nostro padre e renderla sempre più moderna ed efficiente. Purtroppo Brebemi ha in  parte vanificato i nostri sforzi e abbiamo dovuto affrontare difficoltà impreviste. La nuova autostrada corre a poche centinaia di metri dalla nostra stalla e ci ha di fatto bloccato la possibilità di espanderci sul quel fronte. Oltre alle problematiche comuni a tutti per quanto riguarda la macchinosità degli indennizzi per gli espropri, dobbiamo affrontare non poche difficoltà per quanto riguarda gli accessi ai nostri fondi: le strade intrapoderali sono state frammentate e la nostra proprietà è stata praticamente tagliata in due e ora per raggiungere i nostri campi dobbiamo percorrere tragitti molto lunghi. I lavori hanno stravolto anche alcuni corsi d'acqua e uno scolmatore fognario posto a sud della nostra città, nei pressi della nostra azienda, creando in occasione di importanti piogge problemi di esondazione di materiale fognario dalla roggia Babbiona sulle nostre coltivazioni.Concludo con una provocazione: il prossimo 23 luglio la BREBEMI verrà ufficialmente inaugurata, poiché il terreno che ci è stato espropriato per costruirla è ancora intestato noi e continuiamo a pagare le tasse (irpef, Bonifica e I.M.U.)  che lo riguardano, potremo avanzare delle richieste sui pedaggi? Quando noi abbiamo i terreni, contestualmente all'acquisto li abbiamo anche  pagati.  Pur comprendendo le procedure di esproprio è necessario che vengano rispettati gli accordi sindacali in merito ai pagamenti e ai passaggi di proprietà”

Andena Paolo, 64 anni, di Treviglio (BG) con la moglie gestisce da oltre 20 anni un allevamento di cani  e un maneggio. Per costruire la Brebemi gli hanno abbattuto la casa e quindi si sono dovuti trasferire nel centro di Treviglio, lontano dall’attività.  “La Brebemi non solo ci ha stravolto la vita, ci ha costretti anche a ribaltare la nostra a azienda - spiega - ; per la costruzione dell’autostrada infatti ci hanno espropriato metà della superficie che avevamo a disposizione e quindi abbiamo dovuto ricomporre tutto su un’area molto ristretta con tutti i disagi che questa situazione comporta. Nei due anni in cui abbiamo convissuto con il cantiere abbiamo avuto veramente moltissime difficoltà: ci hanno continuamente cambiato gli accessi all’azienda senza mettere alcuna segnalazione per cui per i nostri clienti era veramente difficile raggiungerci, anche perché la strada era ridotta in pessime condizioni e in caso di maltempo addirittura si trasformava in una distesa di fango. Hanno anche realizzato un fosso  con una pendenza sbagliata e quindi dobbiamo affrontare continui allagamenti. Come se non bastasse, le forti vibrazioni causate dai lavori  hanno lesionato un edificio che utilizziamo come scuderia e nessuno si vuole prendere la responsabilità di questi danni.  Insomma, un vero e proprio incubo!!!

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