29 Dicembre 2010
BERGAMO – BILANCIO IN CHIAROSCURO PER L’ANNATA AGRICOLA 2010

Bergamo, 29 dicembre 2010 - E’ un’agricoltura dalle molteplici sfaccettature quella che emerge dal bilancio di fine anno tracciato da Coldiretti Bergamo, con forti criticità in alcuni comparti e spunti positivi in altri. Complessivamente il settore ha scontato la situazione di crisi economica generale, il calo dei consumi, l’aumento dei costi di produzione e l’andamento quasi sempre insoddisfacente della remunerazione delle produzioni all’origine. Presenta però anche una forte spinta verso l’innovazione e la ricerca di nuovi indirizzi produttivi.

In generalespiega il presidente di Coldiretti Bergamo Giancarlo Colombisi è registrata una flessione dei redditi, anche se negli ultimi mesi si sono colti alcuni timidi segnali di ripresa. Ad avere maggiori difficoltà sono stati i comparti tradizionali, come la zootecnia da carne e da latte, la cerealicoltura e la suinicoltura. Il mancato rinnovo del prezzo del latte alla stalla ha determinato condizioni di instabilità per molte aziende e i contratti stipulati con i diversi caseifici non hanno portato alla giusta remunerazione del prodotto in quanto non hanno rispecchiato il prezzo del latte spot e le quotazioni dei più importanti prodotti caseari (grana padano e parmigiano reggiano) che hanno toccato livelli di tutto rispetto ancora oggi mantenuti. Attendiamo sul fronte legislativo l’approvazione definitiva della legge sull’obbligo dell’etichettatura d’origine, perché con questo provvedimento potremo avere importanti opportunità in più per ridare fiato agli allevamenti recuperando quella distintività delle nostre produzioni che risulta vincente sul mercato e ponendo fine al continuo furto ai danni del vero “Made in Italy” che la mancanza di una corretta etichettatura e le importazioni indiscriminate hanno consentito sino ad oggi”.

Il florovivaismo e le attività ad esso collegate hanno dovuto fare i conti non solo con la diminuzione  del potere di acquisto delle famiglie a causa della crisi, ma anche con la mancata conferma delle agevolazioni sulle accise per il gasolio da riscaldamento serre, che ha accentuato il divario competitivo con gli operatori dell’UE. Ha invece tenuto abbastanza bene l’orticoltura, grazie allo sbocco della quarta gamma che si è confermata come un’interessante opportunità di reddito.
Nonostante le intemperanze climatiche e l’andamento di mercato non proprio favorevole, è stata una buona annata anche per il settore vitivinicolo che in più di un’occasione ha mostrato punte di eccellenza. 

Secondo la Coldiretti bergamasca il 2010 è stato un anno segnato dalla realizzazione di molte  infrastrutture, che hanno inferto ferite profonde al territorio e hanno avuto un impatto molto pesante sulle imprese agricole. 

Su questo fronte - prosegue Colombi - la nostra Organizzazione ha fatto un grande lavoro per contenere i danni e tutelare i diritti delle nostre aziende associate. Emblematico è stato il caso della Brebemi, una striscia di asfalto lunga oltre 26 km, che  toccherà dieci comuni, interesserà 150 aziende agricole e  “divorerà”  2.940.000 mq di terreno agricolo”.

Nell’anno che si sta concludendo hanno purtroppo preoccupato e condizionato gli agricoltori anche i crescenti danni provocati alle colture dalla fauna selvatica e dai cinghiali in particolare, che hanno provocato gravi perdite di produzione, solo parzialmente compensate dai risarcimenti previsti.

Segnali incoraggianti sono invece venuti dai settori più innovativi che hanno interpretato le possibilità offerte dalla multifunzionalità, dalla vendita diretta agli agriturismi, dal fotovoltaico ai minicaseifici.

Queste aziendesottolinea il direttore di Coldiretti Bergamo Lorenzo Cusimano - non rappresentano un’oasi felice, anche loro hanno incontrato difficoltà. Tuttavia il fatto di avere intrapreso percorsi innovativi e di aver scelto il rapporto diretto con il consumatore li ha posti in una posizione di vantaggio. Positiva è stata anche l’idea di diversificare le possibilità di fare reddito. Una tendenza che abbiamo riscontrato in molti imprenditori, soprattutto giovani, che per superare questo momento di empasse stanno facendo ricorso alla creatività e al rinnovamento. Presso i nostri uffici, ad esempio, sono arrivati progetti per coltivare lo zafferano oppure per avviare esperienze di e-commerce. Interessante è l’esperienza di due ragazzi che coltivano verdura e la consegnano a domicilio, raccogliendo gli ordini anche tramite un sito internet dedicato. E Coldiretti, da parte sua, sta caparbiamente portando avanti il progetto di filiera agricola italiana, un’oasi di speranza in un deserto dove demagogia e qualunquismo sembrano regnare incontrastati. Se vogliamo recuperare competitività e reddito per mandare avanti le nostre imprese non è tanto sulla politica, ma nella capacità di recuperare valore sul mercato che dobbiamo puntare. Non possiamo distrarci, nessuno potrà risarcirci di quanto in questi anni il mercato ci ha derubato, in termini di valore, di identità e di strutture organizzate e soltanto noi potremo recuperare terreno. È su questo fronte che dovremo continuare e continueremo a batterci.”

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