Dopo l’approvazione da parte della Giunta della Camera di Commercio di Bergamo dell’Ordine del Giorno a sostegno del vero Made in Italy, la Coldiretti invita tutti i sindaci dei comuni della provincia a pronunciarsi nello stesso modo e aderire così alla mobilitazione che si sta svolgendo su tutto il territorio nazionale.
Rivolge lo stesso appello al Presidente della Provincia affinché un’altra autorevole voce si schieri contro quelle iniziative che finanziano e sostengono all’estero attività di commercializzazione di prodotti agroalimentari con nomi italiani, realizzati però con materie prime straniere, con grave danno per l’agricoltura del nostro Paese e i suoi primati.
“La nostra azione – spiega il presidente della Coldiretti di Bergamo Alberto Brivio – ha l’obiettivo di porre fine all’utilizzo improprio di risorse pubbliche destinate non alla promozione del Made in Italy autentico, bensì alla produzione e distribuzione di prodotti alimentari realizzati all’estero, presentati come italiani, ma che nulla hanno a che fare con la nostra agricoltura”.
La denuncia della Coldiretti riguarda l’operato della Simest, la “Società Italiana per le Imprese all’Estero” controllata del ministero dello Sviluppo, che sostiene investimenti in attività di delocalizzazione che oltre a costituire occasioni di concorrenza sleale ai prodotti e ai produttori italiani, sottraggono anche opportunità di lavoro ed occupazione al sistema Italia.
“Con il progetto per la costruzione di una filiera tutta agricola e tutta italiana – evidenzia Brivio - da tempo la Coldiretti è impegnata in un progetto di tutela e valorizzazione del vero Made in Italy agroalimentare. Troviamo incomprensibile che in un momento di grave crisi in cui si è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, il Made in Italy agroalimentare, che rappresenta oltre il 16 per cento del Pil nazionale ed è una straordinaria leva competitiva e di sviluppo del Paese, subisca attacchi di questo genere”.
Era già accaduto nel caso dell’azienda casearia Lactitalia, con successive dichiarazioni del Ministro per le politiche agricole all’epoca in carica, con la promessa della definizione di criteri di finanziamento dei progetti all’estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all’origine italiana (il cosiddetto Italian sounding, che “ruba” all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all’anno!).
Ora si sta verificando un secondo caso di pari gravità: il Gruppo Parmacotto con il supporto di Simest ha già avviato negli Stati Uniti un progetto che ha portato all’apertura di un punto vendita monomarca a New York e prevede di strutturare una vera e propria catena di locali caratterizzati dall’offerta di prodotti Italian sounding. Nei punti vendita già aperti in diversi Stati, nell’Unione Europea e negli Stati Uniti, dedicati alla salumeria tradizionale italiana, si vendono alimenti realizzati con ingredienti e materie prime non italiane confezionati sul posto con etichette e marchi che evocano prodotti tipici della gastronomia italiana e delle nostre specialità regionali.
“Ciò che vogliamo contrastare – sottolinea il direttore della Coldiretti di Bergamo Lorenzo Cusimano - e’ un’azione sleale nei confronti dei nostri agricoltori che con il loro lavoro hanno saputo costruire un patrimonio che tutto il mondo ci invidia, ma è anche un affronto al Paese che in questo momento di difficoltà deve puntare sulle sue eccellenze e non svilirle. La diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica realizza un evidente danno all’immagine della produzione agroalimentare nazionale ed è un raggiro per i consumatori che non vengono messi in condizione di scegliere in modo consapevole. Già diversi sindaci hanno sostenuto la nostra campagna facendo approvare Il nostro Ordine del Giorno, ci aspettiamo che il loro numero aumenti in modo da dare forza e incisività alla battaglia che abbiamo intrapreso per sostenere la nostra economia e il nostro territorio”.