La produzione di latte in provincia di Bergamo è in continuo calo e da un confronto tra il primo quadrimestre 2013 con quello del 2012 emerge un secco meno 3,8%. Un trend superiore a quanto sta avvenendo a livello Lombardo, dove si è registrato un calo del 2,45% rispetto al 2012, e a livello nazionale, dove la diminuzione è stata del 3%. Le stalle non riescono a esprimere le loro potenzialità e sono costrette a chiudere per gli effetti della crisi e della bassa remunerazione del prodotto, denuncia la Coldiretti bergamasca.
“Ci troviamo in una situazione paradossale – evidenzia Alberto Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo – mentre la nostra zootecnica è vicina al collasso, il prezzo del latte è salito ancora e ha raggiunto un nuovo record toccando i 51,55 centesimi al litro, in aumento del 25 % rispetto allo scorso anno, nell’ultima quotazione “spot” settimanale alla borsa di Verona che è insieme a quella di Lodi il punto di riferimento nazionale”.
Secondo la Coldiretti provinciale, che sta monitorando attentamente la situazione, a crescere su valori massimi sono stati anche i prezzi del latte pastorizzato importato con quello in arrivo dalla Germania che ha toccato il record di 52,58 centesimi al litro.
“Le quotazioni – sottolinea l’organizzazione agricola - continuano a crescere ed è arrivato a circa 100 milioni di euro il valore della speculazione che le industrie possono realizzare sottopagando, nella migliore delle ipotesi, il latte agli allevatori ad appena 42 centesimi al litro: ben 10 centesimi al litro in meno! ”.
Un accordo che la Coldiretti ha responsabilmente rifiutato di firmare e che sta costando caro agli allevatori costretti ad affrontare un aumento stellare dei costi energetici e dell’alimentazione del bestiame che sta, di fatto, facendo chiudere le stalle.
“Con questo stato di cose – continua Brivio – è assolutamente necessario riaprire la trattativa sul prezzo. Per questo Coldiretti si sta impegnando affinché vengano, a breve, riconvocate le parti per una ridefinizione di un prezzo che sia in linea con le condizioni di mercato e si possa evitare in tal modo la chiusura di molte importanti realtà produttive. Se le cose non dovessero cambiare ci troveremo a breve nella condizione di dover dire addio ad uno dei comparti trainanti dell’economia agricola provinciale”.
In provincia di Bergamo negli ultimi 10 anni sono 229 gli allevamenti da latte che hanno cessato l’attività. Oggi il comparto ne conta 795 con una produzione che per la campagna 2012/2013 è stata di quintali 3.503.190 (rettificata a titolo di grasso).