Riforma della PAC, etichettatura d’origine, direttiva nitrati, quote latte e consumo del territorio sono i temi che la Coldiretti di Bergamo ha posto all’attenzione del Ministro dell’agricoltura, Saverio Romano, intervenuto ieri nella provincia orobica per l’apertura di un tavolo di lavoro interistituzionale per l'Expo e al termine del quale si è confrontato con i rappresentanti del mondo agricolo locale. La Coldiretti bergamasca era rappresentata dal presidente Giancarlo Colombi e dal direttore Lorenzo Cusimano, dai due vice presidenti Lucia Morali e Mario Facchinetti e da una delegazione di associati.
“Siamo preoccupati per l’orientamento che sta prendendo la riforma della PAC – ha detto Colombi - perché si prevede per l’Italia una perdita piuttosto consistente. Noi chiediamo una Politica Agricola Comune che tuteli il Made in Italy, che valorizzi la capacità dell’agricoltura italiana di produrre qualità, sicurezza alimentare, distintività, legame con il territorio, filiera corta, attenzione ai bisogni e alle aspettative dei consumatori; ma soprattutto una PAC che, nel momento in cui le risorse vanno a calare, premi le imprese e gli imprenditori più professionali, vale a dire quei soggetti che vivono di agricoltura”.
Il presidente della Coldiretti bergamasca ha quindi sottolineato che per quanto riguarda la vicenda delle quote latte, alla luce anche della recente sentenza che condannato chi aveva aggirato la legge in materia, è indispensabile fare al più presto chiarezza e ripristinare le giuste condizioni di competitività fra gli allevatori.
“Se nessuno doveva pagare – ha precisato - allora si affronti la questione di chi ha pagato ingiustamente e si restituiscano i soldi a chi ha acquistato ed investito convinto che ciò fosse necessario per essere in regola”.
Colombi ha quindi posto l’accento sul problema dell’eccessivo consumo del suolo e sulla smisurata proliferazione degli impianti di biogas a livello regionale, che “bruciano” grandi quantità di mais per produrre energia e stanno generando una bolla speculativa sugli affitti dei terreni, arrecando gravi danni a chi vuole fare agricoltura e produrre cibo.
“Per questo Coldiretti - ha evidenziato Colombi - chiede che si autorizzino solo progetti che dimostrino la loro sostenibilità ambientale dal punto di vista del consumo di suolo e dell’integrazione dell’attività agricola e che vengano riviste le tariffe energetiche concesse ai grandi impianti”.
L’etichettatura d’origine è stata indicata da Colombi come un elemento fondamentale per la difesa del Made in Italy, auspicando una pronta e concreta applicazione della legge approvata nel nostro Paese e fortemente voluta dalla Coldiretti.
Per quanto riguarda la futura PAC, il ministro Romano ha detto che prima ancora di guardare i numeri bisogna guardare il modello di agricoltura che sta proponendo la riforma, perché è molto lontano dal modello dell’agricoltura italiana. “ Quella della riforma della Politica Agricola Comunitaria – ha spiegato Romano – è una battaglia che deve portare avanti tutto il Paese, facendo sentire una sola voce perché c’è in gioco il futuro del settore agricolo”.
Il ministro ha inoltre sottolineto l’importanza di puntare sulla qualità per dare maggiori chance alle imprese agricole italiane che proprio nella qualità vedono un fattore di forte competitività: “Il nostro Paese - ha detto – ha tre settori che non possono essere delocalizzati e che sono fortemente legati al nostro territorio e alla nostra identità: l’agricoltura, il turismo e la cultura”. Sempre per quanto riguarda la difesa della qualità, il ministro ha stigmatizzato gli OGM e ha evidenziato la necessità di regole per difendere il nostro patrimonio agroalimentare dalle contraffazioni.