Valorizzare le vere produzioni agricole locali per creare ulteriori opportunità per il territorio. Con queste finalità Coldiretti Bergamo e l’Associazione Provinciale Allevatori hanno organizzato una degustazione di pane e salame sul Sentierone, nel cuore di Bergamo, offrendo ai cittadini un insaccato autenticamente bergamasco. Anche il pane messo a disposizione dall’Aspan è stato prodotto con farina di grano coltivato in provincia.
“Abbiamo realizzato questa iniziativa – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio – per spiegare ai cittadini l’importanza delle produzioni agricole locali e il valore che si può generare attorno ad esse. Ci siamo concentrati sul salame perché ci sono tutte le condizioni affinché tra la produzione di questo insaccato tipico della nostra tradizione e i nostri allevamenti di suini si possa dare vita e una sinergia proficua, nell’interesse anche dei consumatori”.
In provincia di Bergamo sono oltre 60 gli allevamenti professionali con una produzione di animali grassi nati ed allevati sul nostro territorio pari a circa 300.000 capi. A questa realtà specializzata vanno aggiunti centinaia di piccoli allevamenti che praticano la macellazione a livello familiare portando avanti una tradizione che ha origini lontane.
“Poter contare su questi numeri di suini allevati – rileva Brivio - vuol dire avere la possibilità di produrre circa 30 milioni di salami che si possono definire Bergamaschi a pieno diritto poiché è l’origine delle materie prime a creare l’effettivo legame con il territorio”.
Oggi le etichette dei prodotti sono spesso lacunose e tutt’altro che chiare e le informazioni che riportano corrono il rischio di confondere e disorientare i consumatori.
“Siamo scesi in piazza per far assaggiare la qualità dei nostri prodotti – precisa Brivio - ma anche per raccontare ai cittadini che gran parte dei suini che alleviamo nelle nostre stalle fanno parte dei circuiti Dop prosciutto di Parma e San Daniele, vengono allevati secondo un rigido disciplinare di produzione e sono soggetti a controlli da parte di organismi certificati che operano per conto del Ministero e a controlli sanitari molto rigorosi e capillari. Inoltre sono alimentati con materie prime di origine vegetale, in gran parte provenienti dalla coltivazione dei nostri terreni”.
Questo patrimonio oggi sta vivendo momenti tutt’altro che felici visto che i prezzi di mercato con difficoltà permettono di coprire le spese di produzione.
“La contrarietà che abbiamo espresso nelle scorse settimane in merito a un’ipotesi di progetto di Salame bergamasco Igp – chiarisce Brivio – è stata dettata dalla necessità, non solo di preservare il nostro sistema di allevamento di suini da eventuali concorrenze sleali, ma anche di rilanciarlo perché ci sono tutti i presupposti per poterlo fare. Se è vero che le norme relative al marchio Igp permettono di utilizzare materia prima proveniente da tutto il mondo, è vero anche che permettono di legarla a un territorio ben preciso, come è stato fatto per altri salumi Igp molto famosi nel nostro Paese. Fare o meno questa scelta, è solo una questione di volontà”.
Hanno voluto essere vicini agli allevatori e conoscere le motivazioni della loro iniziativa l'onorevole Gregorio Fontana e l'assessore regionale alle infrastrutture e mobilità Alessandro Sorte.