1 Dicembre 2014
BERGAMO – ZOOTECNIA, SITUAZIONE CRITICA IN BERGAMASCA MA ARRIVA IL PIANO SALVA STALLE

La zootecnia bergamasca è la più “fragile” a livello lombardo. Nell’ultimo anno infatti sono 81 gli allevamenti di suini e di bovini che hanno chiuso i battenti. Questo significa che ogni 30 giorni sono andate perse circa 7 stalle.  Attualmente il patrimonio zootecnico della provincia presenta i seguenti numeri: 339.000 suini (erano 353.000 nel 2013) e 127.000 bovini (erano 129.000 nel 2013). 

 "Nella nostra provincia la zootecnia da sempre rappresenta un segmento importante del sistema agricolo ed economico - sottolinea il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio -; rispetto alla realtà regionale, produciamo l’8 per cento del latte e alleviamo il 12 per cento dei suini. Se continuiamo con questo trend di chiusure purtroppo arriveremo presto all’azzeramento  di un patrimonio di grande rilevanza, con gravi contraccolpi  per la produzione agricola e l’aspetto occupazionale”.

In tutta la regione, dove si munge il 40% di tutto il latte italiano e si alleva la metà dei suini a livello nazionale, la situazione è di un generale calo, in particolare nelle province a maggiore vocazione zootecnica: diminuzione causata da chiusure, accorpamenti, ristrutturazioni parziali dell’attività con la chiusura dell’allevamento e la continuità con la coltivazione dei terreni.  Secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe zootecnica analizzati da Coldiretti le stalle di bovini e suini sono passate  da 24.422 a 24.262.

A causare questa flessione sono soprattutto il continuo aumento dei costi di produzione a fronte di una diminuzione dei prezzi corrisposti al produttore,  un generale calo dei consumi e una progressiva riduzione di suolo agricolo  oltre alla pesante incognita relativa alla direttiva nitrati che negli ultimi tempi ha pesato sugli allevamenti come una Spada di Damocle, minandone il futuro e rendendone difficile ogni programmazione.
Su questo aspetto determinante per migliaia di imprese agricoleprosegue Brivio - Coldiretti ha  condotto un’operazione verità che ha portato ad individuare le vere cause dell’inquinamento delle acque e a rimuovere  le ingiuste accuse agli imprenditori zootecnici che per troppo tempo hanno dovuto pagare anche per responsabilità di altri”.

L’impegno di Coldiretti si è ulteriormente rafforzato sabato scorso  con  il  “piano salva stalle” per la zootecnia della Pianura Padana siglato a Provaglio d’Iseo (Brescia) dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, dal Presidente della Coldiretti regionale Ettore Prandini e dai ministri all’Agricoltura Maurizio Martina e all’ambiente Gian Luca Galletti. Il piano prevede che entro 45 giorni il Governo emetta un decreto per la ridefinizione delle zone vulnerabili, dopo il quale le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la nuova mappa di gestione degli effluenti di allevamento.

Si tratta di un risultato importante per la salvezza di un settore fondamentale per l’economica bergamasca e lombarda - rileva Brivioperché impegnerà alla revisione di una mappa vecchia di oltre 20 anni  che ha generato pesanti incombenze per gli allevatori e permetterà di  ridisegnare le zone vulnerabili affrontando in modo concreto e realistico  il problema dell’inquinamento”.

Gli ultimi studi infatti hanno dimostrato, svelando una verità finora ignorata, che l’agricoltura apporta solo il 10 per cento dei nitrati eventualmente riscontrati nelle falde, tutto il resto deriva da scarichi industriali e residenziali.

STALLE BOVINI E SUINI IN LOMBARDIA

 PROVINCIA
 
ANNO 2013
 
ANNO 2014
 
DIFFERENZA
 
BERGAMO
 
4.683
 
4.602
 
-81
 
VARESE
 
1.085
 
1.058
 
-27
 
BRESCIA
 
6.295
 
6.271
 
-24
 
COMO
 
1.667
 
1.707
 
+40
 
CREMONA
 
1.805
 
1.797
 
-8
 
LECCO
 
1.094
 
1.111
 
+17
 
LODI
 
742
 
732
 
-10
 
MANTOVA
 
2.741
 
2.675
 
-66
 
MILANO
 
1.035
 
1.035
 
***
 
MONZA BRIANZA
 
274
 
268
 
-6
 
PAVIA
 
1.203
 
1.219
 
+16
 
SONDRIO
 
1.798
 
1.787
 
-11
 
LOMBARDIA
 
24.422
 
24.262
 
-160
 

Fonte: Elaborazione Coldiretti Lombardia su dati Anagrafe Zootecnia

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