Si è tenuto ieri sera a Borgo San Giacomo nel Castello di Padernello il convegno dal titolo “Lotta alle nutrie: finalmente delle proposte concrete” organizzato dall’ ’Associazione Cacciatori della Bassa”. E’ stata l’occasione per Coldiretti Brescia di ribadire come lo snodo principale per una lotta alla nutria passa attraverso il poter considerare l’animale una specie cacciabile, oltre a poter mettere in atto azioni che puntano ad un significativo contenimento dell’animale.
E’ doveroso ricordare la gravità dell’ emergenza nutrie, un fenomeno sempre più dilagante e preoccupante, che interessa gran parte dei terreni agricoli della pianura Padana e che ormai non ha più il carattere dell’eccezionalità, bensì della sistematicità e della insostenibilità.
Coldiretti sostiene che sono sempre maggiori i danni procurati alle colture in campo ma soprattutto al reticolo idrico che costituisce il veicolo per lo scolo delle acque e l’irrigazione; la distruzione di argini e lo smottamento di fossi e terreni sono oramai all’ordine del giorno e a tutto ciò si aggiungono i danni al territorio in senso lato, unitamente alla messa in pericolo della sicurezza di persone e della viabilità di automezzi civili e di mezzi agricoli. Non pochi sono i casi di incidenti stradali, anche molto gravi, provocati da questi animali.
È necessario definire un nuovo quadro giuridico, amministrativo e tecnico che consenta di puntare non ad un mero “controllo” della nutria – attività che finora ha fallito, oltre a risultare onerosa - ma al suo effettivo contenimento (fino all’eradicazione). Le motivazioni sono semplici ed immediate: l’animale Myocastor Coypus è una specie alloctona classificata “indesiderabile” da Ministero dell’Ambiente e INFS per impatto ecologico, impatto sanitario: è infatti vettore di leptospirosi e altre gravi patologie pericolose per l’uomo, oltre che per impatto economico, in quanto responsabile di gravi danni a colture agricole, al reticolo idrico e alla circolazione stradale.