“Ancora una volta ci spiace rilevare – dichiara il Presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini - come Confagricoltura e CIA sostengano solo a parole il comparto della zootecnica nelle valutazioni per la futura PAC e che prospettino - come chiaramente descritto nell’ultimo documento ufficiale che hanno presentato al Ministero delle Politiche Agricole - un valore accoppiato del tutto inadeguato, insoddisfacente e contradditorio facendo emergere quanto per loro – il settore zootecnico - sia poco strategico ed abbia un valore marginale creando un gravissimo danno alle imprese del settore e all’indotto economico che ne deriva”.
Diversamente Coldiretti - da molto tempo - sostiene che nella futura Politica Agricola Comunitaria il settore che deve avere la meglio è quello zootecnico perché rappresenta, nel suo complesso e per la sua articolazione un grandissimo valore con un indotto economico e occupazionale che tocca molti comparti produttivi della filiera.
“Il valore dei titoli accoppiati per la zootecnia - prosegue il Presidente Prandini - deve essere oltre il 50%. Infatti non possiamo risultare perdenti nei confronti dei principali paesi concorrenti dell’Unione Europea quali Spagna, Francia, Germania e Olanda che puntano fortemente sul settore zootecnico. Abbassare questa percentuale significa non essere assolutamente competitivi e generare un innegabile ricaduta negativa sul reddito delle nostre impresa agricole”.
“Purtroppo – prosegue il Presidente Prandini – voglio sottolineare l’incongruenza di Confagricoltura e CIA che nelle regioni vocate alla zootecnia, a parole dicono di essere d’accordo con le linee indicate da Coldiretti, per poi smentirsi sui tavoli nazionali. Coldiretti invece parla la stessa lingua a Brescia, in Lombardia e a Roma perché siamo coerenti e portiamo avanti un idea univoca dove la zootecnia è e resterà sempre il punto di forza della nostra agricoltura”.
Sarebbe importante che la discussione avvenisse su dati oggettivi in modo da non frammentare eccessivamente la disponibilità della PAC a discapito degli agricoltori dei vari settori.
“Se malauguratamente – conclude il Presidente Prandini – le scelte fatte sull’accoppiamento dovessero risultare inferiori a quanto Coldiretti auspica, questo comporterebbe la fine, non solo del comparto zootecnico ma di un intero sistema agroalimentare”.