In occasione della tradizionale Giornata Provinciale del Ringraziamento, in programma domenica prossima a Comezzano Cizzago, sono stati presentati oggi i numeri dell’annata agraria 2012/2013 che si va a chiudere. La proiezione dei dati elaborati da Coldiretti Brescia evidenzia un Prodotto Interno Lordo complessivo dell’agricoltura bresciana pari a euro 1.233.365.000, dove la produzione di latte vale 503 milioni di euro (41% del totale), i suini 255 milioni, gli avicoli 178 milioni, i bovini da carne 166 milioni e le produzioni vegetali complessivamente 113 milioni.
Prima dei numeri – commenta a caldo il Presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini – è bene evidenziare che l’annata 2012/2013 verrà ricordata da tutti per la “straordinaria” situazione meteorologica dei mesi di fine inverno – inizio primavera scorsa, motivo per cui per tutti gli agricoltori (bresciani e non) quella 2012/2013 verrà ricordata come l’annata della “maledetta primavera”. Un marzo 300% più piovoso della media degli ultimi 40 anni e un aprile ed un inizio maggio che non hanno registrato 2 giorni consecutivi di bel tempo, sono elementi che hanno fortemente condizionato l’attività nei campi e hanno influito notevolmente sulla quantità e sulla qualità delle produzioni.
Rispetto ai numeri del Prodotto Interno Lordo, l’annata agraria 2012/2013 è pressoché in linea con quella precedente, con un valore per la provincia di Brescia superiore al miliardo e duecento milioni di euro e con un esiguo aumento del 0,13% rispetto al dato 2011/2012. Il dato aggregato però “maschera” una annata tutt’altro che identica alla precedente. Infatti, il PIL complessivo è un combinato di andamenti contrapposti sia per quanto riguarda le quotazioni ed i mercati, sia in fatto di rese unitarie e di quantità prodotte. In estrema sintesi infatti l’aumento di fatturato per il latte e – in proporzione – per le produzioni di vigneti e oliveti, compensano la situazione stazionaria del comparto suinicolo (ma in preoccupante calo nelle ultime settimane), il calo per i bovini da carne, gli avicoli e le produzioni orticole e floricole e il “tracollo” delle altre produzioni vegetali in pieno campo.
L’agricoltura bresciana, come quella italiana in generale, - conclude il Presidente Prandini - si conferma un settore che nonostante la crisi riesce a guardare avanti e a mandare piccoli segnali positivi. Nonostante siano molteplici e quotidiane le difficoltà, a partire dalla crisi economica fino alle anomalie climatiche, è in controtendenza rispetto ad altre realtà produttive. O, come usano dire studiosi ed esperti, l’agricoltura si conferma anticiclica rispetto al resto dell’economia.