17 Ottobre 2019
Clima, non si ferma l’avanzata della Popillia nelle campagne del Milanese

Non si ferma l’avanzata della Popillia japonica: tra zone infestate e aree cuscinetto, salgono a 191 i comuni dell’area metropolitana milanese, della provincia di Monza e Brianza e del Lodigiano coinvolti nella lotta contro il coleottero giapponese che è arrivato anche nei quartieri più a ovest del capoluogo lombardo. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza su dati regionali in occasione del summit sugli insetti alieni organizzato presso l’agriturismo Cascina Palazzo di Abbiategrasso (MI) per la tradizionale Fiera di ottobre.

La Popillia – spiega la Coldiretti interprovinciale – è in grado di attaccare 295 specie vegetali, tra cui il mais, la vite, il pomodoro, i meli e i fiori. E’ stata segnalata per la prima volta in Lombardia nel luglio 2014 lungo il Naviglio Vecchio a Turbigo (MI) e da allora il numero delle aree interessate è andato crescendo di anno in anno:  se nel 2015 – continua la Coldiretti– erano 5 i comuni focolaio in tutta la regione, alla fine dello scorso luglio il loro numero è salito a 350, dei quali 94 nella sola area metropolitana e 22 nella provincia di Monza e Brianza. I comuni della zona cuscinetto, che confinano con le aree infestate e dove per precauzione si applicano le misure di contenimento, sono 226 in Lombardia, 29 nel Milanese, 29 in Brianza e 17 nella provincia di Lodi.

“Purtroppo – commenta Alessandro Rota, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria esplosione di specie straniere che si diffondono in Italia a causa dei cambiamenti climatici e alla globalizzazione degli scambi. Va cambiato radicalmente il sistema dei controlli dell’Unione Europea, con frontiere colabrodo che lasciano passare materiale vegetale infetto e parassiti vari, senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati. Tanto più – conclude Rota – che da noi questi insetti nocivi non hanno nemmeno degli antagonisti naturali come invece accade nei loro Paesi d’origine”.

Tra la specie aliene che minacciano la biodiversità italiana c’è anche la cimice asiatica, che secondo una stima Coldiretti su dati Ispra ha causato 600 milioni di euro di danni al comparto agricolo in Italia. Si tratta di un insetto che arriva dalla Cina ed è particolarmente pericoloso per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta, che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. Si tratta di insetti polifagi che dove si sono diffusi hanno decimato i raccolti, distruggendo meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai. A livello nazionale – continua la Coldiretti - si attende urgentemente il via libera del Ministero dell’Ambiente che, sentiti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della salute, deve emanare le linee guida per il via libera alla vespa samurai, nemica naturale della cimice, ma ci vorranno anni prima che la lotta sia efficace. E’ necessario colmare questo arco di tempo con sostegni adeguati per consentire alle aziende agricole di sopravvivere all’assedio del pericoloso insetto.

Dell’invasione aliena al convegno di Abbiategrasso hanno parlato, oltre ad Alessandro Rota, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, anche Silvia Scurati, Consigliere regionale della Lombardia, e Beniamino Cavagna e Alessandro Bianchi del Servizio Fitosanitario di Regione Lombardia.

 

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