Con un ritardo di qualche giorno dovuto alle bizze primaverili del meteo scatta la raccolta delle mele in Valtellina, che si preannuncia positiva a oltre 300 mila quintali, i tre quarti dell’intera produzione regionale. E’ quanto afferma Coldiretti Lombardia in occasione dell’avvio della “vendemmia dei pomi” nella tradizionale culla produttiva della regione, con i primi stacchi delle Gala seguiti a metà settembre da Golden, Red, Starck e da tutte le altre varietà.
“Incrociamo le dita, ma quest’anno le mele sono tante e di qualità – spiega Bruno Delle Coste, produttore e Presidente della Cooperativa Melavì alla quale conferiscono più di 300 aziende agricole del territorio – La raccolta parte adesso perché il freddo e il maltempo di maggio hanno condizionato la fioritura delle piante, che non è stata omogenea in tutta la Valle. Più lunga del solito la maturazione dei frutti”. Gli stacchi – chiarisce la Coldiretti regionale - cominciano dai meli più giovani nell’area fra Ponte in Valtellina e Tirano, per poi estendersi a partire dal 23 agosto al resto del territorio.
In Lombardia – precisa la Coldiretti – si coltivano mele su oltre 1.600 ettari, la maggior parte dei quali, oltre mille, in provincia di Sondrio. Seguono Pavia con più di 200 ettari, Mantova con circa 140 e Brescia con 73. Anche le previsioni sulla raccolta nel resto d’Italia sono condizionate dall’ondata di maltempo in alcune regioni del Nord – dichiara la Coldiretti - con una produzione stabile di circa 991 mila tonnellate in Alto Adige, dove si produce la metà delle mele italiane, un calo a 519mila (-8%) in Trentino come pure in Veneto, che scende a 199mila e viene sorpassato con 203mila tonnellate dal Piemonte.
Il successo delle mele in Italia è anche legato alle riconosciute proprietà salutistiche – ricorda Coldiretti - che ne fanno un sinonimo di salute e benessere. Per chi non ha la possibilità di acquistarle direttamente dal produttore in azienda o nei mercati di Campagna Amica, attenzione alle etichette che – conclude la Coldiretti – devono obbligatoriamente riportare per legge l’origine (luogo di coltivazione) e la varietà dei frutti.