19 Ottobre 2020
Castagne: buona annata in Valtellina e Valchiavenna per quantità e qualità

SONDRIO – Buone pezzature e un “tappeto di ricci” che ricopre i castagneti nei boschi del comprensorio: nei boschi di Valtellina e Valchiavenna la stagione delle castagne è lanciata in avanti, grazie anche al clima delle scorse settimane che ha favorito la maturazione con leggero anticipo: e così, anche in provincia di Sondrio il bosco offre buona soddisfazione ai raccoglitori, archiviando al passato il ricordo degli “anni bui” del cinipide galligeno, il fitofago che aveva decimato, per anni, la produzione dei frutti resi da quello che Giovanni Pascoli definì “italico albero del pane”.

La produzione nazionale in crescita e di qualità, superiore ai 35 milioni di chilogrammi, e anche il territorio della nostra provincia vede buone performance nei boschi: un ritorno atteso dopo che in alcune zone era stata rischiata addirittura l'estinzione per la presenza del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) proveniente dalla Cina, che da anni infesta i boschi lungo la Penisola provocando nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni. Contro questa minaccia è stata avviata con successo una capillare guerra biologica con la diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale.

Un progressivo ritorno al passato anche se siamo ancora lontani dai fasti produttivi di un passato ormai lontano: basti ricordare che nel 1911 la produzione di castagne made in Italy ammontava a 829 milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era pari a 55 milioni di chili.

L’abbassamento delle temperature – sottolinea Coldiretti Sondrio - sta favorendo un aumento dei consumi da parte delle famiglie italiane, anche se pesano le limitazioni poste alle tante sagre e eventi locali che si svolgono in questo periodo e che sono state frenate dall’emergenza Covid.

Attenzione, però, al rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, considerato che le importazioni nel 2019 sono risultate pari a ben 32,8 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. Ancora peggiore è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.

Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità. “In particolare, è un’ottima soluzione frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità, oppure rivolgersi alle imprese agricole” commenta Silvia Marchesini, presidente di Coldiretti Sondrio. “Ovviamente, i boschi delle nostre valli si prestano anche a riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne: importante è farlo sempre in sicurezza, senza avventurarsi su sentieri pericolosi o scoscesi”.

La tradizione delle castagne è patrimonio che continua a essere presente nelle tradizioni alimentari autunnali dei cittadini da consumare – conclude la Coldiretti provinciale – in diversi modi: secondo l’uso dei mundin , generalmente, arrosto (dopo averle incise sul lato bombato metterle in una padella di ferro con il fondo forato e cuocerle o sul fuoco vivo o in forno per circa 30 minuti, dopo la cottura si consiglia di avvolgerle in un canovaccio umido; lesse (secondo la tradizione dei ferüü); usate per particolari ripieni, nella preparazione di primi piatti o elaborati secondi a base di carne. Tipica delle nostre terree è anche la ricetta delle castagne al latte, del degli gnocchi di castagne e dei tajadin dulz, oltrechè uno dei dolci principe di stagione: il castagnaccio.

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