COMO-LECCO – 1.014 cinghiali abbattuti in provincia grazie alle operazioni di controllo e caccia di selezione: è nel territorio di Como che si concentra il maggior numero di ungulati abbattuti in Lombardia nell’ambito dei piani di controllo e della caccia di selezione introdotta dalla Regione Lombardia.
Un’azione necessaria “che rappresenta un punto di partenza e che va intensificata per eradicare un problema divenuto fuori controllo”, come sottolinea il presidente di Coldiretti Fortunato Trezzi. “L’attenzione della Regione è positiva, ma questi numeri confermano anche quanto il problema dei selvatici sia aumentato a dismisura negli ultimi anni sul territorio: d’altro canto, sia le segnalazioni quotidiane delle nostre imprese, sia la cronaca quotidiana continua a evidenziare come le ripetute invasioni di questi animali siano divenute insostenibili. Quest’anno aumenterà anche il conto dei danni, ben più dei 350 mila euro del 2018, quando i capi abbattuti – come citano i dati della Regione – furono 726 alla data del 31 agosto”.
Vietato, quindi, abbassare la guardia: “Servono nuove azioni, ancor più incisive. L’occasione di eradicare il problema c’è, i passi avanti annunciati dall’assessore Fabio Rolfi sono positivi. Ma è necessario e urgente pensare a un nuovo censimento, che fotografi la situazione reale: ci troviamo alle prese con continue invasioni nei campi, ma anche le strade delle due province sono a rischio. In più, mai si erano visti i cinghiali scorrazzare tranquillamente in città, com’è avvenuto pochi giorni fa a Como. Oppure mangiare i fiori nei cimiteri, come pure abbiamo avuto modo di leggere nelle ultime settimane. Insomma, siamo di fronte a un allarme non solo per l’agricoltura ma per l’intera società civile”.
Positivo anche l’annuncio di Rolfi rispetto a “nuovi provvedimenti volti a semplificare le modalità di svolgimento delle attività di contrasto e a snellire le pratiche per ottenere l’abilitazione alla caccia al cinghiale”.
“Anche su questo punto attendiamo i risultati. Certamente occorre far presto, perché il problema, come abbiamo visto, vive una recrudescenza preoccupante” aggiunge il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi: “La fine dell’estate, infatti, con il periodo di raccolta amplifica ulteriormente i danni si sono susseguiti per l’intero anno”.
Danni che non risparmiano nulla: campi di mais e prati a fieno in primis, ma anche: vivai e frutteti distrutti, così come le ortive a pieno campo, gli impianti di piccoli frutti, alla vite. Si sono addirittura registrate, da parte dei cinghiali, devastazioni di alveari, mentre il passaggio dei cinghiali stessi, insieme a quello di cervi e caprioli, ha provocato nella zona di Moltrasio il cedimento e la distruzione degli storici muretti a secco che delimitano i terrazzamenti.
Il territorio va tutelato nella sua interezza: “Va ricordato che l’agricoltura ha un ruolo imprescindibile nel mantenere quella stabilità idrogeologica che, soprattutto nelle aree montane che circondano il lago di Como, lascerebbe campo all’abbandono più incontrollato. I cinghiali, quest’estate hanno fatto incursione perfino gli alpeggi dell’Alto Lago: per questo è necessario agire in fretta, e farlo con la massima concretezza".