2 Aprile 2020
Cinghiali: devastazioni a raffica nelle province di Como e Lecco

Coronavirus, selvatici invadono fondi e strade:

“Devastazioni a raffica ed è allarme sicurezza”

 

Dall’Alto Lago, alla Val Menaggio, alla Valsolda, al Lecchese: piovono denunce e segnalazioni.

“Cinghiali in prati, campi e persino nel giardino di casa. Avvistati cervi anche sulle carreggiate della Regina”

 

 

COMO-LECCO – Nelle settimane dell’emergenza Coronavirus, è allarme per l’invasione dei selvatici, con un’escalation di segnalazioni di danni (in particolare a prati a fieno, campi seminati, ortaggi e vigneti) e un problema, molto serio, in più: gli animali, indisturbati per il forte calo di traffico e presenza dell’uomo, si spingono nelle strade, giardini e centri urbani come mai prima d’ora. Un allarme di sicurezza, oltrechè economico per il comparto agricolo. Gli avvistamenti e le testimonianze corrono da un capo all’altro delle due province, dall’Alto Lago alla Val Menaggio (da Grandola e Uniti giungono foto di prati che sembrano bombardati, mentre a Carlazzo e Piano Porlezza i cervi continuano a pascolare indisturbati sottraendo erba ai bovini, e rovinando i pascoli). E ancora, è allarme in Valsolda (dove risultano rovinati i prati e gli antichi terrazzamenti) e, senza soluzione di continuità, anche in provincia di Lecco, dove le invasioni si spingono fino nel comune capoluogo: qui Franco Ferrari riferisce di “aver visto di persona 10 cinghiali in contemporanea sui prati che, pure, avevamo da poco ripristinato: danni doppi, quindi, e non si vede la fine del problema”.

 

CRESCE IL NUMERO DEI CINGHIALI E IL PROBLEMA DILAGA

“Il numero di cinghiali è aumentato ovunque” rimarca il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. “Ormai circolano senza freni per campagne e città senza più freni danneggiando i raccolti e mettendo a rischio la sicurezza delle famiglie anche nelle poche occasioni in cui è permesso uscire di casa”.

Un copione che vede il comprensorio lariano tra i più colpiti in Lombardia: “Como è stata la provincia con il maggior numero di abbattimenti di cinghiali nel 2019, che al 9 dicembre scorso sfioravano i 1900 capi, ciò è utile a dare le dimensioni di un problema oggettivamente fuori controllo. Nei mesi scorsi, persino il britannico The Guardian ha parlato della situazione lariana con un’intervista al sindaco di Binago Alberto Pagani”.

 

A RISCHIO I RACCOLTI E LA SICUREZZA DEI CITTADINI

Sono a rischio i raccolti, peraltro ancor più preziosi e necessari in queste settimane di emergenza, data la necessità di assicurare adeguate forniture alimentari, rimarca Trezzi “e allo stesso tempo,  anche la sicurezza dei cittadini è in pericolo: in alcuni territori sono assediati dagli animali selvatici sull’uscio di casa, mentre nei giorni scorsi si sono moltiplicati gli avvistamenti anche sulle principali arterie di traffico, come sulla strada statale Regina che collega Como all’Alto Lago: il ridotto flusso di traffico, come detto, rassicura gli animali che si spingono senza paura fino in carreggiata”.

Una situazione aggravata dal fatto che – evidenzia la Coldiretti - con l’emergenza coronavirus spesso sono stati sospesi i servizi di contenimento e i selezionatori, chiusi gli ambiti territoriali di caccia e la polizia provinciale impegnata nei controlli stradali per la quarantena.

 

PREOCCUPATA L’AGRICOLTURA E LA SOCIETA’ CIVILE – IMPORTANTE DENUNCIARE I DANNI

“Per molti agricoltori – aggiunge Trezzi – sta diventando impossibile coltivare e nemmeno le recinzioni, che molti imprenditori hanno costruito a proprie spese per proteggere i campi, si stanno dimostrando efficaci perché i branchi spesso le travolgono. Non passa giorno che alla Coldiretti non arrivino richieste di aiuto e segnalazioni sulla drammaticità della situazione. Anche la gente è preoccupata”.

Un’affermazione supportata anche dall’analisi condotta da Coldiretti/Ixè, che riflette come oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero.  Il 69% degli italiani ritiene che siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. La proliferazione senza freni dei cinghiali sta peraltro mettendo a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico.

Il presidente Trezzi sottolinea l’importanza, per tutti i cittadini di “denunciare sempre i danni. E, se possibile, avvisate anche noi di Coldiretti. Al di là del risarcimento dei danni, in ogni caso subordinato a lunghi iter procedurali, ciò serve a dare il polso della situazione, a fare massa critica per chiedere interventi risolutivi a quanti devono provvedere. Il pressing che stiamo attuando in questi mesi è evidente, a difesa sia delle imprese agricole associate, sia dell’intera collettività”.

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