COMO-LECCO – La brusca interruzione del il picco di caldo ha flagellato la Valsassina con frane e smottamenti che ieri sera hanno colpito la zona facendo rivivere la paura dell’estate 2019, quando proprio a inizio agosto si era abbattuta la seconda ondata di maltempo (la prima, gravissima, si era verificata poco prima di metà giugno) ed evidenzia ancora una volta “la fragilità di un territorio dove il rischio di perturbazioni violente è purtroppo sempre molto concreto e tale resta anche per i prossimi giorni” come rimarca il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi.
“Ieri si è verificato un brusco calo termico in un lasso di tempo ridotto, e contestualmente la pioggia violenta ha sferzato il territorio. L’allerta prosegue anche nei prossimi giorni, cuore di un’estate che, come negli ultimi anni, è caratterizzata da pesanti e improvvise inversioni termiche, spesso soggette a grandinate che minacciano l’agricoltura. Ma c’è timore anche per gli smottamenti che rischiano di isolare gli alpeggi che, in questo periodo, accolgono i pastori transumanti con le loro mandrie e greggi”.
Un timore in realtà diffuso ad ampio raggio “e che ricomprende le due province di Como e Lecco, un’area caratterizzata da un equilibrio molto delicato dal punto di vista climatico e idrogeologico, dove la prossimità tra alpi e pianura accentua il rischio di precipitazioni intense e repentine”. La grandine – precisa Coldiretti Como Lecco – è la più temuta in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni nei campi dove è in piena raccolta la frutta estiva. L’estate 2020 è stata segnata fino ad ora da una media di più di 3 violente grandinate al giorno sul territorio nazionale dove si contano anche nubifragi, trombe d’aria e bombe d’acqua con il moltiplicarsi degli eventi estremi, secondo le elaborazioni di Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).
Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni a livello italiano per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.