Coldiretti Como-Lecco: “Bene stop a ‘nutriscore’ di Bruxelles, danneggia anche il made in Lario”
COMO-LECCO – L’Italia ha bloccato il documento di conclusioni del Consiglio Agricoltura UE che avrebbe accelerato l’adozione di un sistema di etichettatura a colori sul modello del Nutriscore francese che danneggia le produzioni Made in Italy e non informa correttamente i consumatori. Una mossa che trova il consenso di Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco: “Sarebbe un danno anche per il made in Lario e bene ha fatto il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova a opporsi, insieme ai suoi omologhi di Repubblica Ceca e Grecia, con il sostegno di altri Paesi”.
Il documento presentato ai ministri avrebbe costituito un approccio poco ambizioso – sottolinea la Coldiretti interprovinciale - anche per quanto riguarda l'obbligo di indicazione di origine obbligatoria, limitandosi a citare solamente il latte e le carni mentre l’obiettivo della trasparenza sulla provenienza degli alimenti deve riguardare tutti i prodotti.
“E’ un passo importante per fermare l’attacco al prodotti alimentari nazionali con il rischio del via libera nell’Unione Europea all’etichetta nutrizionale a colori che boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid” ha affermato il presidente Trezzi.
L’etichettatura nutriscore francese, come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna, influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto e finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta, come salumi e formaggi.
Un sistema che – sottolinea la Coldiretti provinciale - rischia di espandersi a livello globale dove in gioco ci sono 44,6 miliardi di esportazioni agroalimentari tricolori nel mondo tra i quali si conta una rilevante presenza di prodotti, dai formaggi all’olio fino ai salumi ingiustamente penalizzati dal nuovo sistema. La manovra degli altri Paesi punta a fermare la crescita del Made in Italy agroalimentare che nel tempo del Covid, insieme alle medicine, è l’unico settore a crescere all’estero (+1%) nei primi dieci mesi del 2020 e può essere l’elemento di traino per l’intero tessuto economico del Paese.
In un momento difficile per l’economia - continua Trezzi – “dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti ed estendendo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. L’Italia grazie ai primati nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistati a livello europeo ha la responsabilità di svolgere un ruolo di leadership in Europa”.
L’equilibrio nutrizionale – spiega Coldiretti Como Lecco – va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera, come prevede la proposta italiana del sistema a batteria che tiene conto dell’insieme della dieta alimentare e non si focalizza sul singolo prodotto. Dunque, l’etichetta nutrizionale dei prodotti alimentari a batteria non attribuisce presunti “patentini di salubrità” ad un alimento ed esclude i prodotti a marchio DOP e IGP per le specifiche caratteristiche di eccellenza.