La situazione in cui versa la zootecnica da latte bergamasca è insostenibile, per questo bisogna rendere immediatamente operativo l’accordo di filiera in modo da fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla, che rischia di far saltare uno dei comparti cardine del nostro agroalimentare. È quanto afferma Coldiretti Bergamo nel commentare positivamente la convocazione del tavolo regionale da parte dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi che ha accolto le richieste della stessa Coldiretti.
Ringraziamo l’assessore Rolfi per aver fatto proprie le nostre sollecitazioni – continua Coldiretti Bergamo –. Come Coldiretti stiamo lavorando su tutti i fronti, dal livello governativo a quello territoriale, per difendere il lavoro e la dignità delle stalle italiane che stanno attraversando un periodo di grave crisi.
Coldiretti Bergamo spiega che gli allevatori sono strozzati dai continui aumenti dei costi di produzione non compensati da un prezzo di vendita adeguato e in molti casi si trovano costretti ormai da mesi a vendere sottocosto per effetto di dinamiche speculative che ricadono interamente sulle loro spalle.
Abbiamo quindi chiesto all’assessore Rolfi di convocare le parti che hanno sottoscritto il protocollo nazionale della filiera lattiero casearia – precisa Coldiretti Bergamo – per arrivare subito al riconoscimento del giusto prezzo che tenga conto della continua escalation dei costi di energia e mangimi.
Non si può più perdere tempo – conclude Coldiretti Bergamo –, serve una presa d’atto collettiva prima che sia troppo tardi. In gioco c’è il futuro di un settore che grazie a circa 750 allevamenti diffusi sul territorio produce 4.100.000 quintali di latte ( a livello regionale gli allevamenti sono 5mila e producono ogni anno oltre il 40% del latte di mucca italiano). Il comparto latte bergamasco è alla base di un sistema che produce formaggi di eccellenza, tra i quali i 9 formaggi DOP, e dà origine a un’economia che coinvolge un indotto particolarmente importante. Quando una stalla chiude – conclude Coldiretti Bergamo– si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.