20 Maggio 2013
COMO, LECCO – IMU, IN AGRICOLTURA SERVE UNA VELOCE REVISIONE

 “Con la crisi abbiamo perso, nel 2012, due aziende agricole lombarde al giorno, domeniche comprese: ora non possiamo permetterci ritardi sulla revisione dell’Imu, un balzello che, se non verrà rimodulato, piomberà come una mazzata sul destino delle nostre imprese”. Così parla il presidente della Coldiretti interprovinciale di Como-Lecco Fortunato Trezzi a proposito del pericolo che l’Imposta Municipale Unica torni a colpire in modo grave le imprese lariane: intanto dal governo Letta giungono segni di sensibilità alle istanze dell’agricoltura, in particolare attraverso il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo che ha assunto l’impegno a sospendere la prima rata IMU delle imprese agricole.
 

 “Ai parlamentari del territorio lariano e lombardo chiediamo – aggiunge Trezzi - sensibilità ed attenzione, per quanto accadrà da qui alle prossime settimane: l’agricoltura delle nostre due province continua ad essere strategica per lo sviluppo del nostro territorio”.

La sospensione della prima rata Imu per i beni strumentali all’attività produttiva come terreni e fabbricati rurali – come ha sottolineato il presidente nazionale di Coldiretti Sergio Marini - è importante per la ripresa dell’economia. Cosi come  resta necessario che lo Stato rispetti l’impegno sancito per legge a restituire i 45 milioni di extragettito pagati in più dagli agricoltori lo scorso anno.

Concetto ribadito dal direttore della Coldiretti di Como-Lecco Francesco Renzoni: “Se non si interverrà adeguatamente le imprese agricole saranno costrette ingiustamente a versare a giugno una rata ancora “gonfiata” pari a 346 milioni tra terreni e fabbricati strumentali. Una situazione inaccettabile alla ci auguriamo venga al più presto posto rimedio”.

Sulla questione Imu la posizione di Coldiretti è nota: già lo scorso dicembre, in occasione del pagamento della seconda rata, la federazione interprovinciale aveva esteso la propria preoccupazione “in ordine ad un balzello che colpisce tutti i fabbricati  rurali, tra l’altro fino ad oggi esentati, e con essi i fabbricati ad uso strumentale senza distinzione alcuna e i terreni”. In pratica gli agricoltori sono stati costretti a pagare l’Imu anche su stalle, fienili, magazzini per attrezzi, granai e  cantine.

Come detto, a fronte di tutto ciò la Lombardia rileva “un saldo negativo di 741 imprese fra le 50.999 attive alla fine del 2011 e le 50.258 del dicembre 2012. Stando ai registri delle Camere di Commercio, nel primo trimestre del 2013 si è registrata ancora una diminuzione, fra aperte e chiuse, di 588 unità, con le imprese agricole passate dalle 50.258 della fine dell’anno scorso alle 49.670 di marzo. Chiediamo meno burocrazia e meno tasse” conclude il presidente Trezzi. “Per questo non possiamo permetterci ulteriori ritardi nemmeno per l’Imu”.

 

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