15 Marzo 2021
Como-Lecco in zona rossa per tre settimane: “Pasqua blindata, la stagione partirà in ritardo”

COMO-LECCO – Comaschi e lecchesi rientrano tra la maggioranza degli italiani – ben due su tre , pari al 66% per un totale di 39,6 milioni - che trascorreranno in zona rossa le prossime settimane, comprese le festività di Pasqua e Pasquetta. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti interprovinciale sugli effetti delle nuove misure di contenimento rese necessarie per l’avanzare del contagio Covid con ben 11 regioni e province autonome in zona rossa (compresa l’intera Lombardia con le due province lariane di Como e Lecco) e nove in arancione.
Una stretta – sottolinea la Coldiretti interprovinciale - destinata ad influenzare pesantemente i comportamenti individuali lasciando sostanzialmente solo la possibilità nelle aree rosse di uscire per andare al lavoro, dal medico o fare la spesa. Una decisione che incide sull’insieme delle attività economiche ed occupazionali con le più colpite che sono quelle del settore turistico e della ristorazione limitate sia nelle regioni rosse che arancioni.
Con la stretta anticovid in tutta Italia (ad eccezione della Sardegna) è infatti vietato il servizio al tavolo e al bancone in bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi in tutta Italia con un perdita stimata in circa 5 miliardi nelle tre settimane che finiscono con gli appuntamenti delle feste di Pasqua e Pasquetta. Sono 7 milioni gli italiani che tradizionalmente consumano il pranzo fuori casa a Pasqua per una spesa stimata pari a 400 milioni mentre ben un italiano su tre (32%) – sottolinea la Coldiretti - dovrà rivedere i propri programmi nel lungo weekend di Pasquetta dedicato tradizionalmente alle gite fuori porta, alle visite a parenti e amici e alle vacanze. “Duramente colpiti anche gli agriturismi delle nostre province, costretti di fatto a “saltare” la Pasqua e a rimandare la partenza della stagione molto più in là, sempre con l’incognita del turismo straniero, che ha una quota preponderante per l’area lariana e che non si sa ancora quando potrà tornare ad animare il Lago di Como e i territori vicini” commenta il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi.
Ma è anche il turismo di prossimità a soffrirne, con l’arrivo della primavera che – precisa la federazione Coldiretti – è particolarmente apprezzata dagli amanti della campagna per assistere al risveglio della natura con piante, fiori e uccelli migratori, ma anche delle attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie da portare in tavola.
“Gli agriturismi, peraltro, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – precisa il presidente dell’associazione agrituristica Terranostra Emanuele Bonfiglio – i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”.
Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un duro colpo per tutte le strutture agrituristiche italiane, che hanno già subito perdite di 1,2 miliardi a carico di un sistema di servizi, ospitalità e agri ristorazione leader a livello mondiale che può contare secondo Terranostra su 24576 strutture con 493319 posti a tavola e 285027 posti letto. Ma in crisi è l’intero sistema della ristorazione con le difficoltà che si aggravano e travolgono a valanga – continua la Coldiretti – interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti per un valore di 11,5 miliardi dall’inizio della pandemia.
Si calcola che 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali con decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori. Servono dunque interventi e misure di sostegno per l’intera filiera a partire dal decreto Sostegno all'esame del governo per salvare il sistema agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro nei circa 360mila tra bar, mense, ristoranti e agriturismi nella Penisola, 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole.

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