“L’Ogm free, ovvero l’assenza di organismi geneticamente modificati, è e resterà un grande valore aggiunto per la ruralità italiana: un articolato insieme di eccellenze territoriali in cui rientrano a pieno titolo anche i prodotti agricoli del comprensorio lariano”. E’ il il commento di Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni, presidente e direttore della Coldiretti interprovinciale di Como-Lecco, alle prospettive aperte dall’accordo dei ministri dell'ambiente dell'Ue che dopo quattro anni di dibattiti lascia liberi gli Stati membri di coltivare o di vietare gli Ogm sul loro territorio.
L’Italia è dunque libera di non coltivare Ogm, come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76%) che si oppongono al biotech nei campi.
La procedura che potrà essere perfezionata nel semestre di presidenza italiana con l’impegno del ministro dell’ambiente Luca Galletti, realizza da subito una svolta profonda nel quadro normativo europeo.
Non solo: il recente decreto legge del 24 giugno 2014, n. 91 ha finalmente previsto le sanzioni a carico dei trasgressori. D’ora in poi, chi dovesse seminare Ogm in violazione delle norme che ne vietano la coltivazione, deve sapere che potrà andare incontro alla reclusione da sei mesi a tre anni e potrà essere sanzionato con una multa che può arrivare anche a trentamila euro. Alle Regioni spetterà di definire, nell’ambito del proprio territorio, e sulla base dei rilievi effettuati dagli organi di polizia giudiziaria, modalità e tempi delle misure che il trasgressore dovrà adottare, a proprie spese, per rimuovere le coltivazioni vietate.
“Come ha rimarcato il nostro presidente nazionale Roberto Moncalvo, il divieto di coltivazione da misura provvisoria e legata al principio di precauzione per motivi ambientali e sanitari diventa giustamente una decisione permanente assunta sulla base del modello di sviluppo che ogni singolo Paese intende sostenere. Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del made in Italy”.
Secondo una analisi della Coldirett,i nell’Ue - nonostante l’azione delle lobby che producono Ogm - nel 2013 sono rimasti solo cinque su ventotto i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Rep. Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).
“Una notizia positiva, dunque, che rafforza un percorso condiviso dai nostri territori e dall’azione di Coldiretti, che si è sempre espressa contro l’utilizzo degli organismi geneticamente modificati, sensibilizzando sul tema anche le amministrazioni locali del territorio. Gli Ogm in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e, allo stesso tempo, il grande nemico della tipicità, della distintività e di un’agricoltura territoriale – quella delle due province lariane – che si conferma sempre più come un tassello importante del made in Italy agroalimentare”.