19 Dicembre 2019
Con via libera etichetta, stop a salumi finti “Made in Italy” prodotti con carne straniera

L’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni sul decreto, fortemente voluto dalla Coldiretti, che introduce l'indicazione della provenienza per le carni suine trasformate è molto importante perché darà la possibilità ai consumatori di conoscere l’origine degli alimenti e consentirà di dire finalmente basta all’inganno di prosciutti e salami fatti con carne straniera ma spacciati per Made in Italy. Così il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio, commenta  l’atteso via libera Il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine su tutti i salumi.

Il provvedimento prevede – spiega Coldiretti - che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: "Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); "Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); "Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l'indicazione dell'origine può apparire nella forma: "Origine: (nome del paese)". La dicitura "100% italiano" è utilizzabile solo quando ricorrano le condizioni del presente comma e la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.  Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell'Unione europea o extra europea, l'indicazione dell'origine può apparire nella forma: "Origine: UE", "Origine: extra UE", "Origine: Ue e extra UE".

In provincia di Bergamo operano diversi salumifici e l’arte della norcineria è molto diffusa. Complessivamente si allevano  circa 312.000 suini e il consumo degli insaccati fa parte della tradizione culinaria del territorio.

In Italia la produzione di salumi e carne di maiale, dalla stalla alla distribuzione, vale 20 miliardi.

“Se vogliamo che finalmente venga fatta chiarezza rispetto a una situazione che oggi vede prodotti con cosce di maiali provenienti dall’estero tre prosciutti sui quattro di quelli venduti in Italia, all’insaputa dei consumatori e facendo concorrenza sleale agli allevatori nazionali, occorre accelerare e compiere tutti i passi necessari per la definitiva entrata in vigore del provvedimento” sottolinea Brivio nell’evidenziare che “l’Italia, essendo leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”.

L’etichettatura dei salumi è l’ultimo capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro era arrivato grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 è entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

 

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