28 Luglio 2020
Consumo di suolo al 12%: Como e Lecco nella “zona grigia” delle province lombarde

COMO-LECCO – A metà classifica, ma comunque nella “zona grigia” delle province lombarde in ordine al “consumo di suolo” che sottrae spazi all’attività agricola e boschiva: il comprensorio lariano vede circa il 12% del suo territorio coperto da cemento, con una leggera prevalenza in provincia di Como (12,2%) rispetto al Lecchese (11,97). Numeri peggiori, in regione, solo per Monza-Brianza (40,56 di suolo consumato), Milano, (31,5%), Varese (20,93%) e Lodi (12,11%), mentre fanno meglio Bergamo (11,80%), Mantova (10,52), Cremona (10,41%), Brescia (10,34%),  Pavia (9,46%) e Sondrio, con un virtuoso 2,64%.

Tra il 2018 e il 2019 si sono persi ulteriori 23 ettari nel Comasco e 9 nel Lecchese.

La fotografia è scattata da Coldiretti sugli ultimi dati Ispra, secondo cui si stima che tra 2012 e 2019 in Lombardia il consumo di suolo si sia “mangiato” 43 milioni di chili di seminativi, 20 milioni di chili di foraggere: nelle due, la cementificazione colpisce soprattutto le aree di pianura.

“Numeri che ci consigliano vivamente di tenere alta la guardia” commenta il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. “Al danno economico si aggiunge il fatto che su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato è che oltre l’84% dei comuni delle nostre province è a rischio frane o alluvioni, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra”.  

A livello nazionale – spiega la Coldiretti – la perdita complessiva di produzione agricola dovuta al consumo di suolo è stimata in 3,7 milioni di quintali, per un danno economico di quasi 7 miliardi di euro in soli 7 anni, tra il 2012 e il 2019. La perdita di 250 milioni di chili di seminativi, di 71 milioni di chili di foraggere, di 26,6 milioni di chili dai frutteti, è particolarmente grave in una situazione in cui il grado medio di auto approvvigionamento dei prodotti agricoli in Italia, secondo l’analisi della Coldiretti, è sceso a circa il 75% con il Paese costretto ad importare ¼ degli alimenti di cui ha bisogno in un momento di grandi tensioni nel commercio internazionale a causa dell’emergenza coronavirus. Un problema che si riflette anche nella difficoltà che hanno i giovani imprenditori agricoli a trovare, sul territorio, terre fertili dove poter fare impresa e creare nuovi insediamenti agricoli e rurali.

Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono – conclude il presidente di Coldiretti Como Lecco – “è necessario un cambio di rotta, che punti a difendere il patrimonio agricolo provinciale e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola, sostenendo il lavoro e l’orientamento delle giovani imprese che decidono di fare agricoltura”.

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