23 Novembre 2020
Creare oasi mangia smog nelle città: ripartenza è occasione per “ripensare lo sviluppo urbano”

COMO-LECCO - Piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali. E’ la proposta formulata da Coldiretti e Federforeste con il progetto “Bosco vivo e foreste urbane” divulgato nel weekend in occasione della Giornata nazionale degli alberi istituita dall'articolo 1 della legge 1 del 10/2013.

“Con l’inquinamento dell’aria che è considerato da oltre il 47% dei cittadini lariani come la prima emergenza ambientale” commenta il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. “Bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili”.

Una pianta adulta – precisa la Coldiretti lariana – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. A provocare lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi in Italia dove ogni abitante dispone in città di appena 32,8 metri quadrati di verde urbano.

Ma qual è lo status delle due città capoluogo rispetto al verde? Lecco è nella top ten a livello nazionale per incidenza percentuale sulla superficie comunale sia delle aree sportive all’aperto (oltre il 16% del verde cittadino), sia degli orti urbani (oltre l’1,5%). Purtroppo si segnala una carenza d i grandi parchi, le aree boschive e di forestazione urbana.

Como invece – conclude la Coldiretti lariana – è tra i primissimi posti a livello nazionale per incidenza delle aree verdi incolte (85% del verde cittadino) ovvero quelle aree prive di coltivazioni specifiche ma con una vegetazione spontanea non soggetta a manutenzione. Se da un lato ciò potrebbero rappresentare un campanello di allarme, dall’altro lato queste aree rappresentano comunque un prezioso freno al dilagare del consumo di suolo.  Il capoluogo andrebbe però implementato con grandi parchi, aree sportive all’aperto e verde di arredo urbano.

La situazione è diversa nelle aree rurali dove le foreste hanno continuato a espandersi ricoprendo oltre 11 milioni di ettari nel nostro Paese, il 40% della superficie nazionale che però, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili. Siamo di fronte – spiega la Coldiretti – all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. Il risultato è che buona parte del territorio nazionale è particolarmente vulnerabile al dissesto idrogeologico e al rischio incendi anche per effetto dei cambiamenti climatici.

Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni – rileva Coldiretti Como Lecco – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli.

Il progetto si pone quindi anche l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane. Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono di tale aree e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy anche al fine di scongiurare le importazioni illegali di legno. Un obiettivo che richiede una programmazione pluriennale della messa a dimora, coltivazione e manutenzione delle foreste da parte degli agricoltori e degli imprenditori del verde rilanciando i servizi di consulenza e le attività turistiche ricreative in tali aree.

Il progetto proposto da Coldiretti e Federforeste è coerente con gli obiettivi di politica ambientale dell’Unione Europea e potrebbe trovare dunque opportunità di finanziamento attraverso il Programma Next Generation UE.

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