14 Maggio 2012
CREMONA – COLDIRETTI: “PREZZO DEL LATTE, DALL’INDUSTRIA IMPOSIZIONI INACCETTABILI”

Una forzatura unilaterale, alla quale non si può e non si deve cedere. Così Coldiretti Cremona risponde alla posizione assunta dagli industriali del latte, che stanno cercando di imporre alle imprese agricole fatture a saldo per il latte conferito in aprile a prezzi ben al di sotto dei 40,7 centesimi al litro (vale a dire il prezzo stabilito dall’accordo con Italatte, relativo al periodo da gennaio a marzo 2012, che era servito da punto di riferimento per le intese poi siglate in Lombardia).

“Si sta cercando di far accettare ai produttori un prezzo vergognosamente al ribasso: gli acquirenti industriali stanno inviando agli allevamenti fatture relative al conferimento del latte di aprile a 36 centesimi al litro, con un salto all’indietro di quasi cinque centesimi rispetto al mese di marzo. Il tutto senza alcuna intesa con la parte agricola”. Questo il “quadro” tracciato da Coldiretti Cremona. “Si tratta di una richiesta, anzi di una imposizione, che comporta una  diminuzione percentuale del prezzo di addirittura l’11 per cento. Il che non trova certo una giustificazione nel lieve aumento di produzione del latte in Italia, che pur riconosciamo esserci stato, ma che si è fermato intorno ad una percentuale del  2 per cento”.

L’indicazione che, con grande chiarezza, Coldiretti Cremona ha immediatamente rivolto ai suoi produttori è quella di non accettare, in questi casi, fatture con dicitura “a saldo”: “Le fatture recanti un prezzo inaccettabile vanno considerate delle mere ‘fatture di acconto’, pertanto comunichiamo a tutti i nostri iscritti di comportarsi in tal senso – evidenzia Coldiretti Cremona –. Sulle fatture dovrà essere indicata la dicitura “acconto”. L’invito rivolto agli allevatori è quello di contattare i nostri uffici, che garantiranno il necessario supporto”.

“Consideriamo scorretto e irresponsabile questo tentativo, da parte degli industriali, di spingere al ribasso il prezzo del latte alla stalla, pretendendo di imporre prezzi stracciati ad imprese agricole che già stanno vivendo un periodo di forte difficoltà – aggiunge Coldiretti Cremona –. Gli allevamenti devono fare fronte ai crescenti costi di produzione, dalle materie prime all’energia.  Si aggiungano il peso ormai insostenibile della burocrazia e la pressione fiscale già notevole e che ora si aggraverà con nuove  imposizioni. Quanto potranno resistere le imprese agricole? Cremona vanta circa mille allevamenti con bovini, di cui l’ottanta per cento con vacche da latte. Si rendono conto, gli industriali, di quale parte dell’economia e di quanti posti di lavoro si mettono a rischio?”

La denuncia giunge da un territorio – la provincia di Cremona – che ha un patrimonio di oltre 150mila vacche da latte (rispetto ad un totale di circa 300mila bovini) ed una produzione che supera un milione di tonnellate di latte annue. Da sola Cremona garantisce il dieci per cento del totale del latte prodotto in Italia.

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