24 Febbraio 2020
Dazi Usa: Gorgonzola e Grana Padano stanno già pagando caro

VARESE – I dazi americani? Stanno falcidiando l’export delle eccellenze agroalimentari come Gorgonzola e Grana Padano, tra i formaggi prodotti con il latte munto nelle nostre stalle prealpine e vittime dei dazi di recente introdotti e applicati dagli Stati Uniti. Lo confermano i numeri: proprio il Grana Padano, insieme al Parmigiano Reggiano, ha visto crollare l’export verso gli Usa dopo l’applicazione dei dazi (ovvero lo scorso ottobre) del 54% a novembre e del 43% in dicembre ma effetti negativi si sono verificati anche negli altri settori interessati, secondo l’analisi della Coldiretti.
Proprio nei giorni scorsi, una nota del dipartimento del Commercio Statunitense ha confermato per l’Italia l’applicazione di tariffe aggiuntive del 25% su circa mezzo miliardo di euro di esportazioni di prodotti agroalimentari nazionali come appunto Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Provolone, Asiago, Fontina, ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello, per la disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus dopo che il Wto ha autorizzato gli Usa ad applicare un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari delle sanzioni alla Ue.

Ciononostante, si è scampato un ancor più grave pericolo grazie all’importante lavoro diplomatico che è stato svolto e che ha portato di scongiurare la minaccia del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del made in Italy, dal vino all’olio fino alla pasta, che erano inizialmente ricompresi nella black list messa sotto osservazione dall’Amministrazione Trump.
“Coldiretti sta facendo lavoro di squadra con il commissario Ue al commercio, Phil Hogan, e con il Ministro delle Politiche Agricole” sottolinea Fernando Fiori, presidente provinciale dell’organizzazione agricola.
“Gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco dei prodotti agroalimentari Made in Italy fuori dai confini comunitari e il terzo a livello generale dopo Germania e Francia, con le esportazioni che hanno raggiunto nel 2019 il massimo storico di 4,65 miliardi di euro in aumento dell’11% nonostante il rallentamento provocato negli ultimi mesi dall’entrata in vigore dei dazi”.

Fiori, nel rimarcare le osservazioni del presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, evidenzia la necessità di “riprendere la via del dialogo con gli Usa ma anche attivare al più presto aiuti compensativi ai settori che restano colpiti e che per l’Italia rappresentano in valore più del 10% del totale delle esportazioni in Usa” ricordando altresì che il nostro Paese si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante l’Airbus sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna e Gran Bretagna.
“L’Unione Europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al made in Italy oltre un miliardo in cinque anni ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa”.

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