15 Gennaio 2021
Dove sta andando la PAC? Servono certezze per il futuro

Nella definizione della nuova PAC è necessario garantire adeguate risorse agli imprenditori, perché l’agricoltura è il motore di sviluppo sostenibile per l’Italia e l’Europa.

“L’agricoltura è un importante motore di sviluppo per l’intera economia nazionale, duramente colpita dall’emergenza. La sfida della nuova Pac è oggi più importante che mai per centrare gli obiettivi green che rappresentano il rilancio dell’agroalimentare: siamo primi in Europa per il valore economico generato da ogni ettaro di superficie coltivata e le nostre emissioni sono già del 50% minori rispetto alla media europea. Bisogna premiare l’agricoltura che produce, interconnette sistemi e filiere, crea occupazione, valorizza ambiente e territorio. Solo così eviteremo di favorire le importazioni di prodotti stranieri, meno sicuri e ben lontani dal nostro modello agricolo”.

Questo il messaggio lanciato dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini durante il webinar online “Dove sta andando la PAC, l’evoluzione tra Green Deal e regolamento transitorio” organizzato da Coldiretti Brescia venerdì 15 gennaio 2021 in occasione della Fiera di Lonato, che si svolge quest’anno in modalità digitale. Dopo i saluti del Sindaco di Lonato del Garda Roberto Tardani e dell’assessore all’agricoltura Massimo Castellini, sono intervenuti: Angelo Frascarelli, professore Economia e Politiche Agricole, Università degli Studi di Perugia; Felice Adinolfi, professore Economia ed Estimo Rurale, Università degli Studi di Bologna; Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont e Fabio Rolfi, assessore Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia.

Tra vecchia e nuova PAC, quali prospettive?

La “vecchia” PAC porta alle imprese agricole bresciane ogni anno – tra pagamento diretto dei titoli, premio greening e vari premi accoppiati (bovini da latte, bovini da carne, vacche nutrici, ovicaprini, soia, pomodoro e olio d’oliva) -  circa 100 milioni di euro. In prospettiva del periodo transitorio (2021 e 2022) e della nuova PAC (dal 2023) per Coldiretti è strategico semplificare ancor di più le procedure e difendere queste risorse dalle continue minacce di taglio, in quanto rappresentano sempre più una componente importante del reddito delle aziende agricole. Un supporto fondamentale, in molti casi, per garantire l’attività e la presenza sul territorio.

Il 2021 si è aperto con il periodo transitorio biennale che proroga sostanzialmente le misure previste dalla PAC precedente. In questo scenario si innesta il programma Next Generation Eu di ripresa post pandemia, con risorse destinate a uno sviluppo rurale del tutto nuovo, quella delineato da Green Deal e Farm to Fork. “Questa ambiziosa sfida è in linea con un percorso di innovazione già intrapreso dell’agricoltura italiana e bresciana – precisa Angelo Frascarelli –. Servirà ulteriore impegno per supportare questa transizione ecologica e alzare l’asticella della qualità e della differenziazione, per valorizzare maggiormente il made in Italy”.

Parlando della PAC che verrà, invece, Felice Adinolfi ha tracciato i confini del nuovo modello di definizione ed erogazione delle risorse comunitarie. “La PAC ha una storia molto lunga, ma negli ultimi anni ha subito un importante cambio di passo, con scelte più contestualizzate alle esigenze degli stati membri, ben diverse in termini economici, territoriali e sociali. Se nelle versioni precedenti si trattava di una misura standardizzata, si sta delineando oggi un maggiore trasferimento di responsabilità alle singole politiche nazionali. Il new delivery model comporta maggiore autonomia nella gestione del budget destinato ai pagamenti diretti, ma pone all’Italia la sfida di comporre un unico piano nazionale, dopo anni di protagonismo delle Regioni in materia di sviluppo rurale”.

Visione green e filiera integrata

Tutto questo richiede una visione strategica di sistema-Paese green, come sottolineato anche da Catia Bastioli. “Promuovere la bioeconomia circolare - spiega la manager - significa avviare una maggiore interconnessione tra discipline per realizzare prodotti rispettosi dell’ambiente, del suolo e delle biodiversità locali. Un passaggio fondamentale per arginare il cambiamento climatico attraverso l’integrazione di filiera, che porterà nuove e importanti opportunità per gli agricoltori. Stiamo infatti promuovendo una filiera del tutto italiana nelle ecoplastiche e nel packaging alimentare, per la creazione di un’agroindustria davvero sostenibile e competitiva”.

L’intervento dell’assessore Fabio Rolfi evidenzia ancora il tema della sostenibilità: "gli obiettivi green si realizzano solo incentivando l’innovazione, non con divieti o ideologie. L’agricoltura lombarda ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e dobbiamo comunicare meglio gli obiettivi raggiunti. La  sfida ora è coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica delle aziende, connettendosi alle esigenze dei consumatori. Per questo sono convinto che serva un piano strategico nazionale, un documento che ponga obiettivi a medio lungo termine a prescindere dai cambiamenti politici al ministero. L’agricoltura sarà il settore trainante dell’Italia post covid e la Lombardia sarà ancora una volta la locomotiva d’Europa”.

La gestione efficace di questi nuovi strumenti richiede uno sforzo sinergico importante ma decisivo per creare una politica agricola moderna, capace di rispondere alle esigenze di rilancio e sostenibilità del settore e dei nostri territori.

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