3 Giugno 2020
Troppe cosce estere, a rischio la suinicoltura italiana

“La situazione della suinicoltura italiana è drammatica, non possiamo mollare in questo momento, servono interventi mirati e urgenti perché siamo al punto di non ritorno, con una situazione che rischia di compromettere per sempre la potenzialità produttiva nazionale. Inoltre, la destrutturazione degli allevamenti, difficilmente recuperabile, mette a rischio l’essenza stessa di molti tesori agroalimentari del made in Italy, dal culatello di zibello al prosciutto di Parma fino a quello di San Daniele”.

Con queste parole Claudio Cestana, vicepresidente di Coldiretti Brescia e imprenditore suinicolo di Manerbio, commenta la grave crisi che investe il settore suinicolo da oltre due mesi, con le quotazioni dei maiali quasi dimezzate e scese a poco più di un euro al chilo.

Suinicoltura italiana e bresciana in crisi

Andrea Marchesini, suinicoltore di Bedizzole

Il suinicoltore bresciano Andrea Marchesini

A rischio i 5mila allevamenti presenti in Italia, di cui 400 nella provincia di Brescia, che conta oltre 1.400.000 suini, e con essi la prestigiosa norcineria Made in Italy, a partire dai 12,5 milioni di prosciutti a denominazione di origine (Dop) Parma e San Daniele. Preoccupano anche gli sviluppi del mercato: “l’emergenza sanitaria ha determinato una crisi strutturale dei consumi che era già in atto – racconta Andrea Marchesini, giovane suinicoltore di Bedizzole – la soluzione maestra è da ricercare nell’apertura di nuovi mercati, è determinante agire sui vincoli dell’esportazione esistenti ed entrare in contatto con le economie di tutto il mondo, puntando sulla grande qualità delle nostre produzioni”.

La situazione, negli ultimi mesi, è divenuta insostenibile: le spese per l’alimentazione degli animali, dal mais alla soia, hanno registrato rincari fino al 26%, mettendo in difficoltà gli allevatori che non vedono ripagati neppure i costi di allevamento. Due prosciutti su tre venduti in Italia sono infatti ottenuti da maiali stranieri senza alcuna evidenziazione in etichetta.

Serve obbligo di origine in etichetta

“A preoccupare è l’invasione di cosce dall’estero, una media di 4,7 milioni di cosce straniere che ogni mese si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come made in Italy – conclude Massimo Albano, Direttore di Coldiretti Brescia -. Infatti, non è ancora obbligatorio indicare la provenienza della carne dei salumi in etichetta, come fortemente richiesto da Coldiretti e dai cittadini italiani. Numerosi passi avanti sono stati fatti nella trasparenza dell’informazione ai consumatori, per dire finalmente basta agli inganni, ma servono ulteriori misure per tutelare il settore”.

GIORNATA NAZIONALE DEL MADE IN ITALY

GIORNATA NAZIONALE DEL MADE IN ITALY - CAMPAGNA DI PROMOZIONE PROMOSSA DA COLDIRETTI, FILIERA ITALIA E CAMPAGNA AMICA

CORSO OPERATORE FATTORIA DIDATTICA – APRILE/MAGGIO (POSTI ESAURITI)

CORSO OPERATORE FATTORIA DIDATTICA - APRILE/MAGGIO 2024 (POSTI ESAURITI)

LA SICUREZZA IN AGRITURISMO: COME ORIENTARSI NEL LABIRINTO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA

CORSO "LA SICUREZZA IN AGRITURISMO: COME ORIENTARSI NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA"

CORSO FORMAZIONE HACCP

FORMAZIONE, CORSO HACCP - MARZO 2024

Corso contabilità aziendale febbraio marzo 2024

3° EDIZIONE CORSO CONTABILITA' AZIENDALE - FEBBRAIO/MARZO 2024

Corso enoturismo febbraio 2024

CORSO ENOTURISMO - FEBBRAIO 2024

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

Le impostazioni dei cookie in questo sito sono impostate su "permetti cookie" per permettere la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui l'utilizzo di questo sito senza cambiare le impostazioni del tuo browser o se clicchi su "Accetto" confermai l'autorizzazione di tali cookie.

Chiudi