Occorre fare chiarezza e punire gli eventuali responsabili di frodi che screditano e mettono a rischio lo sviluppo del settore del vino in Lombardia, cresciuto puntando su un percorso di valorizzazione del territorio e di qualità, che ha portato al record storico di esportazioni per un valore di 271 milioni di euro. Lo afferma la Coldiretti Lombardia alla luce dell’indagine della Procura di Pavia su una nuova presunta frode nel settore vitivinicolo, che ha portato all'arresto di cinque persone e all'emissione di due obblighi di firma.
“Ben vengano tutti i controlli volti ad accertare azioni fraudolente di singoli – commenta Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia – che rischiano di mettere a rischio un comparto strategico per il nostro agroalimentare, che rappresenta un patrimonio di cultura, conoscenza e biodiversità da tutelare”.
In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – ci sono oltre 20mila ettari a vigneto, quasi tutti dedicati a nettari di alta qualità, grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Le province più vocate sono Pavia con più di 12.500 ettari e Brescia con oltre 6.800 ettari. A seguire: Mantova (più di 1.700 ettari), Sondrio (circa 800 ettari), Bergamo (640 ettari), Milano e Lodi (circa 200 ettari), ma zone viticole più ridotte si contano anche fra Como, Lecco, Varese e Cremona.
Quasi due italiani su tre – sottolinea la Coldiretti Lombardia in base a un’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura delle frodi e delle contraffazioni a tavola, perché al danno economico si aggiungono i rischi per la salute. A livello nazionale – continua la Coldiretti – le frodi e la vinopirateria sono la principale minaccia al successo del settore del vino, dove sono state smascherate, dall’Ispettorato centrale repressione frodi, ben 194 notizie di reato nel 2018, con il sequestro di 15 milioni di chili di prodotto per un valore di 16,3 milioni di euro.