La filiera avicola bresciana sta vivendo una fase critica legata all’aumento incessante dei costi dell’energia e delle materie prime in generale e all’incertezza dei tempi di ripresa dell’attività. Due elementi determinanti per la ripartenza e la crescita di un settore importante nell’economia provinciale che conta oltre 13 milioni e mezzo di capi. Questo il commento di Valter Giacomelli, presidente di Coldiretti Brescia, in occasione della consulta regionale Coldiretti che oggi ha affrontato tre temi centrali per l’attività avicola: evoluzione dell’emergenza sanitaria, accasamenti degli animali e situazione degli indennizzi da danni diretti e indiretti.
La Lombardia, conta oltre 2.000 allevamenti avicoli, di cui quasi 900 di galline ovaiole, 1.100 di polli da carne e più di 300 di tacchini. I capi allevati sono quasi 32 milioni: 14 milioni di galline ovaiole, 14 milioni di polli da carne e 2,5 milioni di tacchini e Brescia si posizione al primo posto con 13,5 milioni di capi.
La filiera avicola deve ripartire
Si tratta di numeri importanti e per questo è necessario trovare soluzioni immediate a partire dagli accasamenti post emergenza sanitaria. “La situazione è molto complicata – precisa Mattia Preti, giovane avicoltore di Manerbio -, un allevamento come il mio, fermo da parecchi mesi, ha urgenza di ripartire per ritrovare attività e reddito”. Una filiera avicola in evidente difficoltà di mercato, dall’allevamento alla trasformazione: “ad oggi le carenze dei mancati accasamenti sono giunte in macello, dunque sul mercato il prodotto manca - aggiunge Laura Facchetti dell’avicola Monteverde di Rovato -. Ciò sta determinando anche un ingresso di prodotto dall’estero. Dal 6 gennaio si è riaperta gradualmente la possibilità di accasare, con le attuali regole c’è finalmente l’apertura nelle zone coinvolte a seconda delle aree omogenee e oggi si riescono ad accasare due terzi circa degli allevamenti”.
In tema di indennizzi il percorso è ancora lungo. “Ci auguriamo che i tempi si possano ridurre – conclude il presidente Giacomelli – in tal senso abbiamo proposto a Regione Lombardia un percorso per dare risposte certe e ristori veloci alle imprese avicole”.