A causa della cementificazione e dell’abbandono, la provincia di Bergamo ha già perso oltre 32.800 ettari di suolo, più di 143 ettari solo dal 2020 al 2021 (Dati ISPRA). E’ quanto afferma Coldiretti Bergamo in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente celebrata dalle Nazioni Unite, il 5 giugno.
Dobbiamo difendere il nostro terreno fertile – sottolinea Coldiretti Bergamo – perché solo così possiamo salvaguardare la sicurezza del nostro territorio e il nostro patrimonio agricolo.
Un avvertimento puntuale visto che secondo l’Ispra il 12,6% del suolo della provincia di Bergamo è a rischio frana molto elevato o elevato mentre il 4,3% del totale è a elevata pericolosità idraulica.
Sono sempre più tangibili gli effetti del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense.
Sempre secondo i dati Ispra in Lombardia oltre 4 comuni su 5 (l’84,6% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio dissesto per frane e alluvioni, Uno scenario che fa il paio con quello nazionale dove oltre 9 comuni su 10 in Italia hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra.
La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra stanno provocando difficoltà negli scambi commerciali favorendo le speculazioni.
Il primo passo sulla strada del recupero della capacità produttiva – precisa Coldiretti Bergamo – è quello di razionalizzare le infrastrutture viarie, adottando una pianificazione complessiva, che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti e del territorio nel suo complesso. Al riguardo rimane molto critico il nostro parere rispetto all’eventuale realizzazione dell’autostrada “ Treviglio-Dalmine “, non solo per il suo impatto diretto sul consumo di suolo ma anche per il rischio che sorgano in modo incontrollato insediamenti di piattaforme logistiche come si è verificato nella pianura attraversata da Bre.Be.Mi .E’ altresì importante puntare sull’innovazione a partire dal sistema degli invasi necessari per raccogliere l’acqua e combattere la siccità, ma occorre anche investire sulla digitalizzazione delle campagne con lo sviluppo di applicazioni di agricoltura di precisione, dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla riduzione al minimo dell’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e sul consumo di carburanti.
In tale ottica – conclude Coldiretti Bergamo – è importante anche accelerare sul riconoscimento del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Nbt) per investire sulla genetica green capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno chimica e difendere il patrimonio di biodiversità