Nove italiani su 10 ritengono importante l’agricoltura per l’economia del Paese e 7 italiani su 10 dicono di sentirsi più garantiti sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti alimentari da un marchio degli agricoltori.  E quando sentono parlare di Coldiretti, gli italiani pensano alla sicurezza, ai prodotti italiani, a genuinità, garanzia, fiducia, onestà, trasparenza, qualità, lotta alle falsificazioni, prodotto locale. Sono quindi i consumatori e non solo Coldiretti a rispondere alle accuse del Presidente della Confcommercio Lecco contro gli agricoltori accusati di non rispettare le leggi e di sfruttare agevolazioni senza averne diritto.
A parte il fatto che si tratta di tesi campate per aria (altrimenti non se ne occuperebbero i commercianti ma le istituzioni deputate), una tale virulenza nasconda una certa paura dei farmers’ market a causa della possibile risposta positiva che ci potrebbe essere da parte dei consumatori, che cercano qualità dei prodotti di origine certa e al giusto prezzo.  E se i cittadini dovessero cercare queste cose nei mercati degli agricoltori, vuol dire che non sono soddisfatti di quello che trovano da altre parti. Oppure che semplicemente vogliono poter scegliere liberamente. Che male c’è? I commercianti hanno così paura del giudizio della gente? Beh, noi no.
Lasciamo perdere gli stravaganti ragionamenti per cui gli agricoltori della provincia di Lecco non sarebbero in grado di fornire i loro prodotti a tutti i mercati agricoli di cui si sta parlando (ma che ancora non ci sono). Ognuno faccia il suo mestiere.  Ma lo rassicuriamo: ci sono le aziende e i prodotti.
Lasciamo perdere la scoperta dell’acqua calda, ovvero che il Comune fa bene a dare il via al mercato agricolo solo nel rispetto della legge. Chi è quel pazzo che dice il contrario? Ma a quali leggi ci si riferisce?  Ci sono già tutte, basta guardare a quel che hanno fatto le città di Roma, Milano, Bologna, Firenze, Bari ...
Restiamo della nostra idea: quel che non si vuole, in fondo, è la libera e sana concorrenza. Meglio sarebbe dirlo apertamente piuttosto che aggirare il problema offendendo chi lavora 365 giorni l’anno. Le dichiarazioni di Confcommercio rasentano la calunnia nei confronti degli imprenditori agricoli che lavorano tanto, onestamente e rispettando tutte, ma proprio tutte le leggi. Forse prima di sparare sentenze bisognerebbe informarsi su quante e quali norme un agricoltore deve rispettare e a quanti controlli si sottopone per garantire sicurezza alimentare e sicurezza ambientale a tutti i cittadini.
Sarebbe troppo facile per noi rispondere usando luoghi comuni (e la letteratura è ricchissima) per buttare fango su una categoria di lavoratori che rispettiamo come i negozianti.  Il nostro stile è diverso. Ci limitiamo a dar conto di cosa pensano i cittadini e anche i commercianti dovrebbero tenerne conto, piuttosto che cercare altri sui quali scaricare le colpe delle proprie difficoltà.
Proprio in uno spirito di collaborazione a favore della città, abbiamo proposto ai commercianti una collaborazione per i prodotti della filiera agricola tutta italiana. Ma attendiamo ancora di sapere se qualcuno sarà veramente interessato a raccogliere questa opportunità che fa bene a tutti (consumatori, commercianti e agricoltori) e non solo a una parte. Lo snodo di tutto alla fine però è uno solo: si può aprire oppure no il mercato degli agricoltori? I cittadini lo vorrebbero , ma qualcun altro evidentemente no.

IL PRESIDENTE
FORTUNATO TREZZI

IL DIRETTORE
TINO AROSIO