Il 20 per cento in meno. Sono i contributi che in media le aziende lodigiane perderanno con l’entrata in vigore della nuova Politica Agricola Comunitaria 2014 – 2020. È quanto stima la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza in occasione del convegno “La nuova PAC PSR” che si tiene questa mattina presso l’Aula Magna dell’ ITAS “A. Tosi” di Codogno (LO), in vista dell’apertura della 224° Fiera di Codogno.
Rispetto al 2013 – spiegano i tecnici della Coldiretti Interprovinciale – le imprese agricole del territorio dovranno far fronte a una progressiva diminuzione dei contributi comunitari diretti. In base alle nuove regole, infatti, rispetto al 2013 si prevedono cali del 15% nel 2015, fino ad arrivare a tagli del 25% nell’ultimo anno di applicazione della nuova PAC. Qualcosa si recupera con i premi accoppiati che potrebbero portare sotto il 20% la riduzione prevista.
“Lo scenario che ci attende è preoccupante – spiega Alessandro Ubiali, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza – Ad essere penalizzate saranno soprattutto le aziende zootecniche per cui si attendono tagli agli aiuti comunitari superiori alla media. Inoltre la nuova PAC arriva in un momento di difficoltà per l’agricoltura: negli ultimi anni la crisi di redditività ha spinto molte aziende sull’orlo della chiusura”.
Nella sola provincia di Lodi – spiega la Coldiretti Interprovinciale – dal 2010 al 2014 le aziende agricole sono passate da 1.488 a 1.377, con un calo del 7,5%. Se invece si estende l’intervallo di tempo agli ultimi dieci anni, l’emorragia di imprese attive è più consistente: -14,3%.
La nuova PAC impone anche criteri ecologici, con il cosiddetto “greening”: per ottenere più contributi bisognerà diversificare, coltivare più colture che per le aziende con oltre 30 ettari dovranno obbligatoriamente essere tre. L’impatto si farà sentire – precisano i tecnici della Coldiretti – specialmente in un territorio come quello lodigiano, dove la monocoltura è molto diffusa. Nell’intera provincia si contano 22 mila ettari a mais e circa mille ettari a riso.
Il calo dei contributi sarà in parte compensato dai fondi del Programma di Sviluppo Rurale che, rispetto alla scorsa programmazione, sono aumentati. “Ma se vogliamo tutelare al meglio la nostra agricoltura – conclude il Presidente Alessandro Ubiali – bisogna valorizzare ancora di più la qualità e la sicurezza dei prodotti del vero Made in Italy. Per far questo non basta la buona volontà e la professionalità di noi agricoltori, servono politiche mirate e lungimiranti”.