“Gli impianti di biogas – afferma Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia - sono nati come un'opportunità per incrementare il reddito delle imprese agricole, nell’ambito della loro attività e con l’utilizzo di sottoprodotti. E' chiaro però che, quando gli impianti di biogas sono alimentati in misura consistente con materie quali l'insilato di mais o i cereali, coltivati solo per quello, allora il rischio è di trovarsi di fronte a progetti speculativi e spesso anche a soggetti che con l’agricoltura c’entrano poco o nulla”. Di questo e delle prospettive future si discuterà nel convegno di domani, 26 settembre 2013, ore 9.30, presso la sala Gaber di Palazzo Pirelli a Milano.
Se è vero che per il biogas viene utilizzato il 10% della superficie agricola regionale dedicata al mais – afferma la Coldiretti Lombardia - è altrettanto vero che bisogna studiare quanto questo utilizzo influisca sulle dinamiche dei prezzi dei terreni e delle produzioni nelle macro aree attorno agli impianti. A Cremona e a Pavia, per esempio – spiega la Coldiretti – si stanno già verificando fenomeni speculativi con il raddoppio degli affitti per i terreni che, per tipologia produttiva o vicinanza, sono più adatti per il funzionamento delle centrali a biogas.
Nei 360 impianti a biogas attivi in Lombardia, per un totale di 288 megawatt di potenza, il 37% del totale “carburante” utilizzato – spiega la Coldiretti - è costituito da mais e da altri cereali per l’alimentazione degli animali. Se poi si guardano le singole province – prosegue la Coldiretti - ci sono situazioni dove questa incidenza è ancora più alta: 49% a Pavia, 56% a Milano, 42% a Lodi, 39% a Cremona. Le province più virtuose risultano: Bergamo con appena il 15%, Brescia con il 30% e Mantova con il 31%. Il tutto contro una media regionale del 37% e oltre 2 milioni e 700 mila tonnellate fra insilato di mais e altri cereali che finiscono nei digestori.
Se invece si considera il riutilizzo virtuoso dei liquami zootecnici, il record spetta a Bergamo con l’85% e a Brescia con il 66%. Mentre il dato più negativo – spiega la Coldiretti Lombardia su dati della Regione – viene registrato a Pavia con appena il 27%, esattamente la metà della media regionale che raggiunge il 54%.
Se è vero che per il biogas viene utilizzato il 10% della superficie agricola regionale dedicata al mais – afferma la Coldiretti Lombardia - è altrettanto vero che bisogna studiare quanto questo utilizzo influisca sulle dinamiche dei prezzi dei terreni e delle produzioni nelle macro aree attorno agli impianti. A Cremona e a Pavia, per esempio – spiega la Coldiretti – si stanno già verificando fenomeni speculativi con il raddoppio degli affitti per i terreni che, per tipologia produttiva o vicinanza, sono più adatti per il funzionamento delle centrali a biogas.
Nei 360 impianti a biogas attivi in Lombardia, per un totale di 288 megawatt di potenza, il 37% del totale “carburante” utilizzato – spiega la Coldiretti - è costituito da mais e da altri cereali per l’alimentazione degli animali. Se poi si guardano le singole province – prosegue la Coldiretti - ci sono situazioni dove questa incidenza è ancora più alta: 49% a Pavia, 56% a Milano, 42% a Lodi, 39% a Cremona. Le province più virtuose risultano: Bergamo con appena il 15%, Brescia con il 30% e Mantova con il 31%. Il tutto contro una media regionale del 37% e oltre 2 milioni e 700 mila tonnellate fra insilato di mais e altri cereali che finiscono nei digestori.
Se invece si considera il riutilizzo virtuoso dei liquami zootecnici, il record spetta a Bergamo con l’85% e a Brescia con il 66%. Mentre il dato più negativo – spiega la Coldiretti Lombardia su dati della Regione – viene registrato a Pavia con appena il 27%, esattamente la metà della media regionale che raggiunge il 54%.