26 Marzo 2013
LOMBARDIA – BOOM DI MATRICOLE IN AGRARIA NEL NORD ITALIA, A MILANO AUMENTO DEL 134 PER CENTO DAL 2009 A OGGI

Boom di immatricolazioni nelle facoltà di agraria dei principali atenei del Nord Italia. E' quanto emerge dal primo report sul “Ritorno alla Terra” di Coldiretti Lombardia, presentato oggi, martedì 26 marzo 2013, a Milano al Teatro Manzoni, in occasione dell'annuale assemblea macro area di Giovani Impresa. Mentre dal 2008 la disoccupazione nel nostro Paese è tornata a salire – spiega la Coldiretti regionale – i giovani hanno iniziato a scommettere sull'agricoltura come fonte di reddito e investimento per il futuro.
 
Dal 2009 a oggi alla Statale di Milano gli aspiranti agricoltori sono passati da 584 a 999 nelle lauree di primo livello (+ 71 per cento) e da 104 a 244 in quelle magistrali (+134 per cento). A Torino, nello stesso periodo, le matricole dei corsi triennali sono cresciute del 68 per cento, mentre a Padova tra 2009 e 2011 l'incremento complessivo nelle iscrizioni è stato del 14 per cento.
 
Sempre più ragazze scelgono la carriera agraria – precisa la Coldiretti Lombardia –: in Veneto nel 2009 si sono iscritte in 160, nell'anno accademico successivo erano 193. Un balzo del 21 per cento, contro l'11 per cento dei colleghi maschi, passati da 336 a 372. Quattro anni fa in Lombardia, nelle lauree triennali quasi un immatricolato su tre era femmina: oggi le giovani donne raggiungono il 40 per cento del totale. E nelle lauree magistrali sorpassano i ragazzi: 55 per cento a 45 per cento, secondo i dati della metà di marzo di quest'anno accademico.
L'aumento nelle iscrizioni si riflette nell'identikit dei nuovi agricoltori. Secondo un'indagine di Coldiretti Lombardia sui giovani del Nord Italia, nei campi cresce il livello culturale: il 15 per cento degli imprenditori “under 40” possiede una laurea, mentre il 68 per cento ha un diploma superiore.
 
Oggi le aziende sono in mano a ragazzi sempre più preparati – commenta Coldiretti Lombardia -: la maggior parte di loro ha conseguito titoli specifici (perito agrario,  agrotecnico, scienze agrarie, viticoltura ed enologia), ma non mancano meccanici, geometri, esperti di pubbliche relazioni e ingegneri elettronici che nonostante studi non agricoli hanno scelto il “ritorno alla terra”.
 
I settori dove i giovani sono più impegnati sono:
ñ l’allevamento (49 per cento) in particolare dei bovini da latte, da carne e dei suini (per produzioni tipiche del nord Italia), ma non mancano avicoli, lumache, asini, pecore, cani, fagiani, pony, conigli e in genere animali da cortile
ñ la coltivazione dei cereali (38 per cento)
ñ la coltivazione degli ortaggi (14 per cento)
ñ la coltivazione degli alberi da frutto (11 per cento)
 
 
Nei campi, inoltre, è scattata l'ora di internet. Secondo le stime di Coldiretti il 50 per cento dei giovani agricoltori utilizza le nuove tecnologie come siti web, facebook e twitter per promuovere la propria impresa, che nel 60 per cento dei casi è multifunzionale.
 
La vendita diretta in azienda o nei farmers' market  è l'attività più praticata (45 per cento). Le nuove generazioni – spiega Coldiretti Lombardia – tornano in campagna spinti dalla passione (36 per cento) o per mantenere in vita l'azienda di famiglia (26 per cento), anche se nel 27 per cento dei casi entrambi questi fattori influiscono sulla scelta.
 
Fra Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli, secondo gli ultimi dati Istat disponibili – spiega la Coldiretti Lombardia – sono oltre 31 mila su un totale di quasi 300 mila le aziende agricole il cui titolare ha un’età compresa fra i 18 e i 39 anni.
 
Per il futuro i giovani sognano un'agricoltura diversa: con le materie prime e l'energia meno care (65 per cento), con la burocrazia che rubi meno tempo al lavoro (57 per cento) e con maggiori possibilità di accesso al credito (33 per cento). Il 39 per cento, infine, desidera un settore dove ci siano meno speculazioni nella filiera dal campo alla tavola.
 
L’aumento record del 26 per cento a livello nazionale nelle iscrizioni all’Università nei corsi di laurea in scienze agroalimentari – spiega la Coldiretti - conferma la presenza di nuove ed interessanti opportunità di lavoro in campagna dove si stima che grazie alla green economy saranno disponibili centomila posti di lavoro per i prossimi tre anni.
Inoltre si registra un aumento record del 29 per cento delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13 per cento negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie per l’anno scolastico 2012/2013 divulgati dal Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal quale si evidenzia il successo dell’agroalimentare nelle scelte formative.
 
Secondo un`indagine Coldiretti/Swg la maggioranza dei giovani italiani, a differenza delle generazioni che li hanno preceduti, non sogna più un lavoro nell`ufficio di una banca magari in una grande metropoli, ma vorrebbe invece gestire un agriturismo in piena campagna.
 
L'85% dei genitori italiani consiglierebbe ai propri figli un futuro lavorativo professionale-lavorativo in agricoltura e considerano il settore di primaria importanza con un'alta produzione di valore sociale e non solo una mera fonte di reddito. Le aziende guidate da giovani registrano un livello di fatturato del 79% maggiore rispetto alla media e il 55% di occupati in più.
 
La metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni preferirebbe infatti gestire un agriturismo piuttosto che fare l`impiegato in banca (23 per cento) o anche lavorare in una multinazionale (19 per cento) - sottolinea la Coldiretti -  Si tratta di una vera rivoluzione culturale che non riguarda solo i giovani poiché in generale quasi un italiano su tre (il 28 per cento) scambierebbe il proprio lavoro con quello dell’agricoltore.
 
I motivi di tale scelta sono indicati nel fatto che per il 50 per cento così si fa una vita più sana, per il 18 per cento ci si sente più liberi e autonomi e per il 17 per cento per il piacere di vivere in campagna, mentre solo il 7 per cento ritiene che si guadagni di più.
 
 

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