Le famiglie italiane cercano prodotti di filiera corta e a km zero che riescano a unire qualità e prezzo, riscoprendo l'importanza del territorio. E' quanto emerge da un'analisi di Eurisko realizzata da Giuseppe Minoia e presentata oggi in un incontro organizzato a Milano dal settimanale Famiglia Cristiana. “C’è voglia di tradizione, ambiente e filiera corta” ha detto Minoia.
Una richiesta di origine e trasparenza dei passaggi dal campo alla tavola confermata oggi al convegno anche da Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo (una delle più importanti realtà industriali del settore lattiero caseario italiano): “Il consumatore cerca un prodotto di origine chiara, che garantisca la qualità e la vicinanza al luogo in cui nasce. Insomma, vuole sapere cosa c’è dietro quello che mangia”.
Una chiara etichetta d’origine su tutti i prodotti – spiega la Coldiretti Lombardia – è la soluzione più semplice e al tempo stesso più efficace per garantire i diritti dei consumatori a scegliere ciò che preferiscono e al tempo stesso per difendere le aziende agricole dai falsi o dai prodotti che usano nomi italiani per produzioni straniere che fanno concorrenza sleale a quelle vere del Belpaese.
Secondo l'Eurisko, la congiuntura finanziaria sfavorevole sta riducendo la capacità di acquisto delle famiglie che sul cibo investono adesso il 16 per cento del totale del budget, ma nonostante questo – aggiunge la Coldiretti - aumentano gli acquisti diretti dal produttore. Solo in Lombardia, la rete agricola dal campo alla tavola può contare già su 100 farmers’ market, quasi 400 punti di Campagna Amica, oltre 1.300 negozi in cascina, 4 farmers’ shop nel territorio di Milano e Monza, 600 aziende agrituristiche, 80 fattorie didattiche, 5 bancomat della salute a km zero e 13 agrigelaterie.