Il riso lombardo ha l’acqua alla gola. Da Pavia a Milano, dal Lodigiano alla Lomellina fino al Mantovano sono iniziati in questi giorni gli allagamenti delle “vasche”, i terreni dove le piantine che hanno raggiunto gli 8 centimetri di altezza cresceranno per i prossimi mesi sino al raccolto di settembre che, se tutto procede nella norma, dovrebbe superare le 500 mila tonnellate. I margini sempre più risicati di guadagno però - spiega la Coldiretti Lombardia – hanno provocato dal 2013 la “cancellazione” di oltre 11 mila ettari coltivati a livello regionale, con una perdita di quasi il 12% delle superfici e un sostanziale stallo per quest’anno. La Lombardia in ogni caso – spiega la Coldiretti – continua a rappresentare più del 40% degli oltre 216 mila ettari coltivati a riso in Italia.
“Noi terremo l’acqua fino al 25 agosto e dalla metà di settembre prevediamo la raccolta, anche se dipende sempre dal meteo” spiega Giorgio Carenini, 46 anni, con 85 ettari a riso al Zinasco, alle porte della Lomellina pavese. “Il tempo non è stato caldissimo quindi molti hanno scelto di seminare in asciutta e adesso hanno iniziato a fare entrare l’acqua” spiega Paolo Braschi, risicoltore di Vistarino, in provincia di Pavia. Fra Gaggiano e Vermezzo (in provincia di Milano) anche Fabio Camisani ha cominciato ad allagare i suoi 141 ettari coltivati principalmente a Carnaroli, una delle varietà più pregiate. “Un numero crescente di agricoltori decide di coltivare in asciutta - spiega Braschi - perché servono meno lavorazioni e si riducono i costi”. Infatti le quotazioni non sempre coprono le spese, in particolare per le varietà Indica, quest’anno a 25 euro al quintale. Mentre il Carnaroli oscilla fra i 60 e i 65 euro al quintale e l’Arborio fra i 52 e i 68 euro al quintale.
Il tutto con una situazione a livello regionale – spiega la Coldiretti Lombardia – che dal 2013 a oggi ha visto le superfici passare da 98.842 ettari a 87.392. Il record al ribasso spetta al Lodigiano dove si è perso quasi il 48% con la cancellazione di quasi mille ettari di risaie (da 2.082 a 1.088), a Mantova si è scesi da 1.182 a 904 ettari con una perdita del 23,5%, mentre a Milano il calo ha sfiorato il 15% (da 13.522 a 11.529). Negative anche la Lomellina con un meno 7,73% (da 62.918 a poco più di 58 mila ettari) e il Pavese con meno 17,35% (da 19.131 a 15.812 ettari).