“Troppe case, strade e capannoni hanno ridotto la capacitò dei terreni di drenare l’acqua in eccesso, soprattutto in periodi di maltempo come quelli che stiamo vivendo”: a lanciare l’allarme è il Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini, mentre la regione è sotto l’assedio della pioggia, il Po è salito di tre metri in poco più di un giorno, le semine delle principali colture sono in ritardo di quasi un mese e ci si aspetta riduzioni delle rese dal 30 al 50 per cento.
“Le condizioni meteo – spiega Prandini – diventano ogni anno più estreme e imprevedibili. Con un contesto del genere, i terreni coltivati, grazie alla loro capacità di assorbimento, rappresentano un vero e proprio airbag naturale contro l’impatto dell’acqua. Purtroppo in Lombardia continuiamo a perdere aree agricole, che sono scese a quota 984 mila ettari su un totale di 2,4 milioni di superficie regionale”.
Per fare posto a strade, case e capannoni in Lombardia vengono coperti ogni anno, in media, quasi 5 mila ettari di zone a verde. Le grandi opere infrastrutturali come Pedemontana, Tav e Brebemi non hanno certo migliorato la situazione, mentre a livello locale resta aperto il nodo dei piani di governo del territorio a volte inesistenti e a volte tarati più sulle esigenze di cassa dei Comuni che sulla conservazione delle aree a verde agricolo.
"I nuovi Pgt - spiega Prandini – dovrebbero prevedere la salvaguardia del territorio agricolo di particolar pregio, ma non sempre avviene. A fronte di un eccesso di consumo di suolo ci sono case invendute o capannoni vuoti in aree che non potranno poi più essere recuperare all’utilizzo agricolo e ambientale”.