"Ma allora perché sta lì?". E’ la domanda che si pone la Coldiretti Lombardia dopo che l’assessore all’agricoltura Giuseppe Elias ieri ha sostanzialmente affermato che lui ancora non sa che fare per risolvere il problema delle emissioni e dei nitrati, che rischia di far chiudere centinaia di aziende e di mettere in ginocchio la zootecnia lombarda. "L’assessore dice di essere stato nominato dal presidente Formigoni in qualità di tecnico, quindi in teoria dovrebbe essere già preparato sul problema e invece fa giri di tavoli e incontri esplorativi come un qualsiasi politico che non si è mai occupato di agricoltura. C’è qualcosa che non ci torna" commenta Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia.
"Come è possibile che presso l’assessorato che Elias si è ritrovato a gestire non sappiano nulla del problema o che non gliene abbiano accennato? – si chiede Prandini – Noi sono anni che diciamo che servono studi sull’origine dell’inquinamento, che la mappa delle zone vulnerabili è sbagliata, che basta fare delle analisi e si vede che i nitrati arrivano da altri settori, che ci sono pressioni di lobby interessate a scaricare le colpe sull’agricoltura e mentre noi diciamo alla regione di muoversi su questi fronti loro che fanno: l’ennesimo tavolo di incontro dove sono più le parole che i risultati. E meno male che qui sarebbero i tecnici a guidare la macchina. La pazienza degli agricoltori è finita".
Il problema – commenta Prandini - è che ai buoni propositi dei tecnici e dei dirigenti della Regione non siano mai seguiti i fatti. La Lombardia è riconosciuta a livello nazionale come una di quelle regioni che quando vuole i problemi li risolve, ma è da tempo che non vediamo la giusta attenzione verso i problemi delle imprese agricole. Non c’è solo la questione nitrati, ma anche quella delle emissioni in atmosfera dove il tentativo è di fare pagare alle aziende agricole una responsabilità che non hanno, come è dimostrato da studi esistenti. E’ da tempo che chiediamo alla Regione l’immediata sospensione dell’onere di nuovi adeguamenti strutturali per le aziende, non per mancanza di volontà ma perché in questo periodo di crisi non abbiamo più risorse per altri investimenti. L’assessore dovrebbe parlare con i suoi dirigenti e farsi spiegare la posizione che Coldiretti sostiene da anni: su queste tematiche siamo stati gli unici ad aver appoggiato studi sulla materia e proposto le linee di azione con le istituzioni.
L’assessore Elias ha detto ieri che "la porta del mio ufficio è sempre aperta". Ma – afferma la Coldiretti Lombardia - per noi le udienze sono quelle dal Papa e dai suoi rappresentanti sul territorio e non ci pare che Elias sia né l’uno né l’altro. "Piuttosto dica alla sua struttura le quattro cose da iniziare a fare, altrimenti attenda le elezioni e si dedichi al quieto vivere. Ma i problemi non si risolvono così. Noi siamo pronti a qualsiasi tipo di azione e iniziativa nei confronti della Regione Lombardia in assenza di risposte concrete" conclude Prandini.